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Da ex fabbrica di "macaroni" a ristorante siciliano (in Florida): l'atto d'amore di Richard

Ci sono voluti anni per creare il luogo "perfetto", diversi viaggi in Sicilia, migliaia di dollari, ma alla fine quello che era un sogno è stato realizzato. Ecco la storia di Richard Gonzmart

  • 25 novembre 2020

Richard Gonzmart

Ci sono voluti anni per creare il luogo “perfetto”, diversi viaggi in Sicilia, migliaia di dollari, ma alla fine quello che era un sogno è stato realizzato. Il 19 novembre del 2020 a Tampa, Richard Gonzmart ha aperto "Casa Santo Stefano", al 1607 di N. 22nd Street di Ybor City.

Richard Gonzmart è il proprietario di quarta generazione e presidente del Columbia Restaurant Group e su Casa Santo Stefano aveva molto aspettative, perché non si tratta "solo" di un ristorante, ma di memoria, rispetto, tradizioni.

«L'apertura di questo ristorante – ci racconta – rende omaggio ai pionieri siciliani di Ybor City, alle famiglie che si riunivano ai tavoli dopo lunghe giornate di lavoro nelle loro fabbriche di pasta, nelle fattorie, nei loro panifici, nelle botteghe di alimentari, le macellerie. È un omaggio ai sapori del Vecchio Mondo, riguarda la magia creata quando famiglie e amici si siedono a mangiare e si godono la compagnia l'uno dell'altro».
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È questo Casa Santo Stefano per i proprietari e per la comunità di Tampa che era in fibrillazione per questa nuova apertura tanto che Gonzmart ha deciso di aprire anche se ancora c’è qualcosa da definire. Ospitato nell'ex Fabbrica Macaroni Ferlita del 1925, Casa rende omaggio all'ondata di immigrati siciliani che hanno contribuito a creare la cittadina della Florida.

Scopriamo così che più di 3 milioni di persone lasciarono la Sicilia per l'America tra il 1890 e il 1920 e si stima che il 60 per cento dei siciliani di Tampa provenisse da Santo Stefano di Quisquina e dalla vicina Alessandria della Rocca, vicino Agrigento. Che storia!

«Le foto di famiglia sulle pareti del locale – dice il proprietario – sono state condivise da amici che sono orgogliosi delle loro origini e che vogliono ricordare i momenti speciali e insostituibili che hanno vissuto. Questo luogo è una lettera d'amore ai ricordi d'infanzia ed è stato ed è gratificante raccontare la storia siciliana di Tampa attraverso i suoi sapori e le sue famiglie».

Nulla è lasciato al caso, forse c’è più Sicilia in questo ristorante della Florida che in tanti locali siciliani: dai manufatti alle opere d'arte recuperate che decorano le pareti, al menù composto da piatti tipici della tradizione sicula, tutto a Casa Santo Stefano narra la storia.

I piani di lavoro sono in pietra vulcanica, i piatti dipinti come tutto il resto. «Mia moglie Melanie ed io siamo andati in Sicilia a Santo Stefano Quisquina. Le nostre ceramiche vengono da Caltagirone, dove sono andato a trovare la famiglia che le ha fatte. Siamo partiti all’avventura, senza un interprete e non conoscendo l’italiano, la donna proprietaria del negozio non conosceva l’inglese. Lì abbiamo incontrato Alessio, un ventenne che parlava un po’ la nostra lingua e alla fine ce l’abbiamo fatta. Alla fine siamo riusciti a comunicare. Tutti i nostri pezzi sono firmati a mano da chi li ha dipinti. Sono davvero delle opere d'arte». Le maioliche sono state realizzate dall'azienda Il Rustico Ceramiche di Caltagirone, gestita da tre fratelli, Giuseppe, Carmela e Lucia Giraffa.

Su una delle pareti del piano superiore di Casa Santo Stefano adibito alla drinkeria (ancora non è aperto al pubblico), ci sono tre pannelli di vetro colorato creati dall'artista di Tampa e di origine siciliane Joe Testa-Secca nel 1962 per la cappella gesuita e rimossi durante una ristrutturazione. Queste vetrine ora hanno una nuova vita con un pubblico diverso.

E adesso passiamo ad un altro tipo di arte, quella culinaria. E dunque al menù. «Sono cresciuto mangiando cibo siciliano la domenica con il mio migliore amico Vince Palori e sua nonna Maria Guagliardo – racconta – ed è questo che voglio ricatturare con questo ristorante. Pensi che la famiglia Guagliardo ha fornito e venduto latte e latticini alla nostra famiglia per più di 112 anni».

Il menù dicevamo, creato con prodotti arrivati direttamente dall’Italia: pasta (alcuni tipi sono addirittura fatti in casa), salsiccia, formaggi siciliani, olio extravergine d'oliva, acqua in bottiglia. Piatti succulenti come il carciofo ripieno, i bucatini con le Sarde, la cernia (della Florida) al Limone arrostita in padella, la Grigliata di branzino

Immancabile la caponata di melanzane, la peperonata, la salsiccia, la pasta alla norma, la burrata con pomodoro cimelio di famiglia, cipolla rossa sottaceto e insalata di rucola condita con vinai-grette balsamiche, origano e pepe nero e ancora cassata, cannoli, panna cotta, gelato e tanto altro che davvero non si potrebbe immaginare di trovare in un ristorante in Florida.

Per non parlare della carta dei vini, ovviamente siciliani, tra cui spiaccano Planeta, Terre Nere, Tasca D'almerita, perché come dice Gonzmart «Quando si mangia siciliano, bisogna bere siciliano».

Il ristoratore ha sempre fatto le cose in grande, il suo famoso Columbia Restaurant è il più antico ristorante spagnolo degli Stati Uniti e uno dei più grandi ristoranti spagnoli del mondo (1700 posti a sedere in 15 sale da pranzo per 52mila metri quadrati) e Casa Santo Stefano, seppur di dimensioni decisamente più ridotte ospita comunque al suo piano inferiore circa 150 posti a sedere in un’area di 2700 metri quadrati.

«Andava fatto qualcosa di importante - aggiunge -. Si tratta di ricordare chi è venuto qui e ha faticato a dare opportunità a tanti.Questo ristorante racconta la loro storia dei Ferlita, proprietari di questo stesso edificio, i Guagliardo, i Valenti, che coltivavano la terra. I Grecos e i Guinta, che erano droghieri, i Castellanos e i Pardos, che erano macellai. I Felicione e i Matassini, che erano pescatori. E tanti altri ancora».

«Alcuni di loro sono arrivati in un nuovo Paese con meno di 10 dollari in tasca. E hanno toccato ogni aspetto dell'attività e della cultura di Tampa. Sono venuti a cercare l'America e invece hanno contribuito a crearla».

Qui la pagina Facebook di Casa Santo Stefano.
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