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Da Palermo a Los Angeles per fare cinema: chi è Gabriele, da 10 anni vive il suo sogno

Dal 2020 è regista di doppiaggio per la serie "Netflix", "Disney", e "Amazon" dall'originale all'inglese e anche "L'ultimo Paradiso" di Riccardo Scamarcio

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 2 maggio 2023

Il regista Gabriele Di Sazio

C'è un regista palermitano che sogna in americano e che promette molto bene. È proprio vero che i primi anni di vita sono già significativi. Gabriele Di Sazio a 3 anni, aveva già le idee chiare, sognava di fare l'attore.

«Da bambino desideravo fare l'attore di teatro, ero creativo e avevo la passione per la scrittura». Cresciuto in via Emerico Amari, in quel tratto di strada che si appresta a diventare il nuovo salotto di Palermo, consegue la maturità classica al Liceo "Umberto I" di Palermo, dove grazie alla professoressa Ada Magno aveva frequentato dei corsi di cinema.

Non avrà quindi alcun dubbio per il suo futuro. Continuerà i suoi studi a Londra presso "The London College of Communication". Qui studia "Film Practice" ma in realtà farà il regista. Infatti, la tappa successiva della sua vita sarà Los Angeles con un master in regia presso la scuola "American Film Institute".
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Dal 2020 è regista di doppiaggio per la serie "Netflix", "Disney", e "Amazon" dall'originale all'inglese. Per fare solo un esempio "L'ultimo Paradiso" di Riccardo Scamarcio (tradotto in inglese). Una pausa in pandemia che gli ha consentito di fare esperienze straordinarie, divertenti e formative.

Gabriele Di Sazio coltiva la passione anche per il cinema. «Sto scrivendo il mio primo lungometraggio "Altrove"». Cinque anni di stesura per un lavoro dal contenuto "family dramas" ovvero "drammi familiari" ispirato alla sua infanzia. Una storia che si sviluppa tra San Francisco e Naro (Ag). Una storia che racconta la fine di un amore e quindi di una famiglia. Un immigrato siciliano sposato con una donna americana.

Un film molto autobiografico. Un film che attende i fondi per essere prodotto. «Manco dall'Italia da 10 anni. Non mi manca più nel quotidiano ma provo nostalgia poco prima di tornare in Italia e nei giorni in cui rivivo Palermo».

I colori di Los Angeles «ricordano i colori di Palermo se non fosse per le distanze. Le strade alberate e il colore del mare riportano un po' alla Sicilia anche se il mare americano non è paragonabile al Mediterraneo».
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