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I riti del "Cristo morto" in Sicilia: Termini Imerese e la processione scandita dalla "troccola"

Inizia la Settimana Santa e con essa la tradizione legata al periodo prende vita anche in Sicilia. Quella portata avanti dalla Compagnia della Soledad è tra le più “sentite” dal popolo

Roberto Tedesco
Architetto, giornalista e altro
  • 11 aprile 2022

La processione del “Cristo Morto”, come è denominata generalmente, sia pure impropriamente, nei secoli scorsi aveva luogo solo nella parte bassa della città, con inizio dalla chiesa sotto il titolo di San Giuseppe e conclusione con la predica, da un pulpito posto davanti l’ingresso della stessa chiesa, cui assistevano migliaia di fedeli.

Una delle caratteristiche di questo pellegrinaggio, che si avvia all’imbrunire, è un palpabile “raccoglimento”, inframmezzato da preghiere e canti appropriati e da marce funebri della banda musicale.

L’organizzazione della manifestazione religiosa di Termini Imerese è curata dalla Confraternita detta della “Soledad” (dallo spagnolo “solitudine”, per sottolineare lo stato d’animo della Madonna Addolorata), detta, in passato “dei nobili”, in quanto per lungo tempo ne facevano parte esclusivamente componenti del patriziato locale.

Nella metà del secolo scorso, l’arciprete dell’epoca, sollecitato da persone che adducevano la discriminazione della parte alta dell’abitato, dove la processione non arrivava, consentì che se ne svolgesse una seconda, appunto nei quartieri della città alta. Tale decisione fu motivo di polemiche, anche dai toni accesi, in quanto evidente che le motivazioni erano di altra natura. Come ogni cosa, tuttavia, dopo qualche anno, mutando gli uomini, il problema fu saggiamente risolto, ritornando a una sola processione (quella dalle antiche radici), ma con avvio dalla chiesa di Santa Caterina, prima, e dal Duomo, poi.
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Con soddisfazione di tutti, in particolare degli amministratori comunali, costretti a correre da una all’altra delle processioni, nel tentativo (vano) di non scontentare gli appartenenti alle diverse fazioni. La conclusione è comunque rimasta quella del passato, con la predica nell’area antistante la Chiesa di San Giuseppe.

In questa chiesa si custodiscono i simulacri del Cristo Crocifisso, scultura in legno, “cartone romano” policroma, di scultore siciliano del XVIII secolo e di Maria SS. Addolorata, anch’essa scultura in legno policroma dello stesso periodo del Crocifisso, secondo alcuni studiosi attribuita a Filippo Quattrocchi. Le braccia del Cristo sono legate al tronco da pelli che le rendono movibili per la deposizione nell’urna in legno che verrà portata in processione. Per quanto riguarda il simulacro di Maria SS. Addolorata risulta essere di pregevole fattura sia per l’eleganza dei tratti somatici sia per la finezza degli arti.

Un recente restauro conservativo di entrambe le sculture ha permesso di individuare l’originale superficie pittorica e cromatica. Durante il corteo la statua dell’Addolorata è rivestita con abiti finemente ricamanti, cui si aggiungono pochi ma antichi ornamenti, quali una corona d’argento dorata e una croce posta al collo, dove sul retro è riportata l’incisione “F. Cosenz 1859”, Sindaco della città nella seconda metà del XIX secolo.

Scrive Luigi Ricotta, nella sua tesi di laurea dal titolo “Aspetti del folklore di Termini Imerese” del 1957: “Nella processione del Venerdì Santo il popolo appare veramente commosso. E’ questa, assieme a quella del Corpus Domini e dell’Immacolata, una delle processioni più solenni che si facciano a Termini. Dietro le bare le note della marcia funebre infondono nei fedeli un vivo senso di tristezza, sicché la processione procede lenta, solenne e raccolta”.

A condurre le due statue in processione, così come da tradizione, sono i Confrati della Confraternita del SS. Crocifisso e di Maria SS. Addolorata della Soledad. Di origine spagnola la “Compagnia della Soledad” risulta già presente in alcuni atti notarili del 1776, in cui si evince: il culto della processione della Soledad nel Venerdì Santo di ogni anno.

Soltanto recentemente e più precisamente il 6 aprile del 1998, il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo, “preso atto che esiste da più di due secoli una Confraternita che sino ad oggi ha curato nella Città la Processione del Cristo morto e dell’Addolorata”, che tuttavia non aveva mai avuto il formale riconoscimento canonico, ha provveduto con apposito decreto ad erigere la “Confraternita del SS. Crocifisso e Maria SS. Addolorata della Soledad”.

Tra i segni distintivi dei confrati della Soledad, che indossano durante la processione del Venerdì Santo, si notano la corona di spine e il libàno (una grossa corda di canapa intrecciata). Inoltre, i confrati indossano vestito, cravatta e guanti neri. Alla processione partecipano tutte le confraternite cittadine, che si dispongono in relazione al rispettivo anno di fondazione. Segue l’insegna della Confraternita, una Croce in legno nero, con lancia e asta con spugna incrociate, sulla quale viene posto un Sudario a cavallo dell’asse orizzontale. A seguire il simulacro del Cristo morto e immediatamente dopo quello dell’Addolorata.

A dare le indicazioni per procedere o per fermarsi ai confrati si usa la “troccola”, uno strumento in legno che, grazie al battito delle tavolette di cui è formato, produce un suono caratteristico. È utilizzato dal Superiore (il responsabile della Confraternita che viene eletto ogni tre anni) durante la processione, per impartire il segnale di fermata e partenza ai portatori dei simulacri.

«Un fedele che intende aderire ad una Confraternita deve essere animato dalla volontà di rendere autentica testimonianza cristiana nella società, con spirito evangelico - dice il Superiore Vicenzo Arrigo -. La Confraternita del SS. Crocifisso e di Maria SS. Addolorata della Soledad, che mi onoro di rappresentare in qualità di Superiore pro-tempore, oltre a promuovere primariamente questi principi, è depositaria di antichissime tradizione storiche cittadine che hanno avuto grande importanza nella vita sociale e religiosa di Termini Imerese. Ritengo quindi che nel solco di questi principi e tradizioni, si possano ritrovare le motivazioni che inducano un fedele ad aderire ad un sodalizio come il nostro».
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