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Aida Satta Flores, “Canzoni semplici” per le scuole

  • 14 marzo 2005

Artista palermitana “sotterranea” ma apprezzata e seguita da molti, Aida Satta Flores approda con chitarra, band ed un apprezzato quartetto d’archi al teatro Al Massimo di Palermo (piazza Verdi) il 21 marzo alle 11.30 (ingresso libero). Il concerto, organizzato con il patrocinio dell'Assessorato Regionale Beni Culturali, è dedicato a tutti gli studenti degli Istituti superiori di Palermo e provincia. Il suo tour “Canzoni Semplici”, iniziato nel 2004, anticipa l’uscita del sesto e omonimo album. Come emerge dallo stesso titolo, la cantautrice ricerca musica e testi poco condizionati dagli stereotipi della canzone dei nostri giorni: voglia di esserci ma senza ambizioni di forma, quindi, in una performance che alterna melodia ed atmosfere etniche, in cui il rock elettrico è mitigato dalle sfumature folk del suono della fisarmonica, e dalle sensibilità sonore degli archi e dei fiati. La cantante sicula (ma di origini sarde), esordisce al grande pubblico nell’86, partecipando a Sanremo con il brano “Croce del Sud”; tre anni dopo, sempre sul palco dell’Ariston, vince il premio della critica con “Certi Uomini”, canzone prodotta da Pino Longobardi e Gino Paoli, con cui fra l’altro inizierà un tour teatrale.
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Continuano i riconoscimenti con il “Premio Tenco” e le collaborazioni artistiche, soprattutto con i Nomadi, per i quali compone anche dei brani, dedicandone uno ad Augusto Daolio (Capitano dei colori), così come farà per altre grandi voci della musica italiana come Battisti e Tenco, in un atto di riconoscenza verso chi ha contribuito ad ispirare la sua musica. E nel nuovo album Aida torna, come nel precedente “Voglio portarti musica” (2003), a parlare del Tempo, protagonista di rilievo analizzato e fissato in testi che risuonano a volte come echi del passato, altre come espressione degli attimi del presente. In particolare sarà il Tempo Ritrovato, quello che ognuno dedica a sé, che verrà raccontato nel concerto di circa due ore, tra racconti, ballate e rivisitazioni di brani a lei cari, come il “Don Raffaè” di De Andrè o “La Cura” di Franco Battiato: la scelta di chi fa musica d’autore, quella di chi mette in gioco se stesso e che sorride al coro pop di canzoni clonate, presto trasformate in suonerie polifoniche.
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