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Il fumo passivo… un capitolo a parte?

Si è, in genere, portati a parlare di “fumo passivo” in forma sbrigativa, quasi a sminuire la faccenda

  • 20 dicembre 2004

Nelle scorse edizioni di Balarm.it il dottor milanese Carlo Cipolla - direttore dell’Unità di Cardiologia dell’Istituto Europeo di Oncologia, dopo averci istruito, tramite intervista, sulla questione “fumo”, ci ha sollevato un amichevole ricatto: trattare il delicato tema del “fumo passivo”, che coinvolge drammaticamente la famiglia, i bambini, e i posti di lavoro, in una puntata a sé. Al fine di dedicarvi, cioè, uno spazio più adeguato. E poiché le promesse sono debiti, eccoci tornati sull’argomento. Del resto, come dar torto al dottor Cipolla? Si è, in genere, portati a parlare di “fumo passivo” in forma sbrigativa, quasi a sminuire la faccenda, come se il “fumo” fosse un problema a quasi esclusivo appannaggio dei singoli fumatori - delle loro scelte, dei loro polmoni. E gli stessi fumatori che, comprensibilmente, si ergono a padroni del loro libero arbitrio, della loro libertà, prenderanno atto del fatto che spesso non rispettano l’altrui diritto di non ammalarsi? Mano sulla coscienza, forza, e senza sbuffi cerchiamo di capirne di più.

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Dottor Cipolla, i debiti sono debiti! Eccoci a parlare di fumo passivo…
«Gentile dottoressa, la ringrazio di aver raccolto la mia indicazione a dedicare uno spazio particolare al tema del fumo passivo: avevamo ragione a pensare che fosse di attualità, come dimostra l'infuriare delle polemiche tra i titolari di ristoranti e bar ed il Ministro della Salute Sirchia. Telegiornali e quotidiani hanno dato grande risalto ad una polemica che infuria a 20 giorni dalla entrata in vigore della legge che vieta, in maniera sacrosanta, il fumo nei locali non adeguatamente attrezzati. Una legge che aspettiamo da 25 anni e che regolarmente viene osteggiata dalle lobby del tabacco e di alcuni settori della ristorazione. Ma i dati scientifici sul fumo passivo sono divenuti, negli ultimi anni, tanto numerosi e drammatici che ritardare l’entrata in vigore di questa legge sarebbe, a mio giudizio, un omicidio sociale.»

Già. Ma in cosa consiste, esattamente, ciò che si definisce “fumo passivo”?
«Il fumo passivo consiste in una miscela micidiale di tre tipi di fumo differenti: quello del tabacco che brucia tra un "tiro" di sigaretta ed un altro, quello espirato dal fumatore, e il più dannoso quello che sprigiona in conseguenza della combustione ad elevatissima temperatura durante l’aspirazione della sigaretta accesa, non filtrato dal polmone del fumatore.»

Per cui il fumo è una patologia del comportamento dannosa non solo per se stessi ma anche per gli altri…
«Si è calcolato che un non fumatore inali il 10% delle sigarette fumate nell'ambiente in cui si trova e l'avvelenamento aumenta in maniera esponenziale nel caso di esposizione al fumo passivo per le 7 - 10 ore lavorative, ad esempio, di un cameriere di ristorante, di bar, di pub e di discoteca! Come lei giustamente diceva, fumare in pubblico è un comportamento obiettivamente dannoso per il prossimo, e va scoraggiato fino al divieto per la tutela della salute pubblica. Fumare in pubblico non può essere considerato un malinteso diritto personale!»

Quali sono le malattie cui può andare incontro un non fumatore con un’esposizione prolungata al fumo?
«E' sempre sgradevole fare delle liste che appaiono come galleria degli orrori, ma i danni da fumo passivo sono certi e documentati: tumore al polmone, pneumopatie acute (come bronchiti e polmoniti) e croniche (broncopneumopatie croniche ostruttive, come bronchite cronica ed asma bronchiale), patologie della gravidanza, patologie pediatriche (otiti, congiuntiviti, irritazioni di naso e gola), nonché gravi danni cardiologici, circolatori e cerebrovascolari.»

Del fenomeno mediatico del momento (escluse le sorelle Lecciso - tanto per ironizzare), ossia l’appena terminata edizione del Grande Fratello, dove ogni istante era buono per i partecipanti per fumare, cosa diciamo?
«La incidenza dei modelli negativi è, per quanto concerne il fumo di sigaretta, terribilmente forte: chi ha un genitore che fuma, fuma in percentuale 5 volte superiore; chi ha due genitori che fumano, fumerà da adulto in percentuale 15 volte superiore rispetto a chi ha genitori che non fumano; i giovani tifosi (di età tra 14 e 18 anni) di Formula 1, patria delle sponsorizzazioni da parte della industria del tabacco, fumano il doppio dei giovani tifosi di calcio. Gravissima è l'incidenza del modello negativo che possono dare sui giovani i divi dello spettacolo e dello sport ed è giusto vietare la esposizione mediatica e pubblica del fumo di sigaretta, tanto quanto è vietata la pubblicità delle sigarette stesse.»

Non sarà che in Italia, rispetto agli altri Paesi, la faccenda fumo è sottovalutata?
«In Italia il livello di educazione sociale è inferiore rispetto a molti altri Paesi, come dimostrato da una gamma infinita di comportamenti censurabili, dal tifo calcistico all'inquinamento ambientale; la percezione del danno da fumo di sigaretta come problema sociale è mediocre perché l'Italia è un Paese di cultura generale e sanitaria mediocre, perché fumano i medici (in percentuale uguale alla popolazione generale!!!) e perché si fanno vedere fumare professori a scuola, allenatori sui campi di calcio e divi dello sport e dello spettacolo, senza che nessuno si chieda se possa o debba essere un modello positivo!»

Intanto però la legge antifumo entrerà in vigore a gennaio 2005. Quindi, qualche passo avanti si dovrebbe vedere…
«Sono preoccupatissimo per la effettiva entrata in vigore della legge e sulla possibilità che essa venga rispettata; se fosse rispettata, ovviamente, il risparmio in termini di salute singola e pubblica sarebbe enorme!»

Certo. Che consiglio sente di dare ai fumatori e ai non fumatori, per garantirsi una vita più sana?
«Evitare i fattori di rischio multipli e combinati: oltre al fumo di sigaretta, in particolare, il sovrappeso, la sedentarietà, l'ipertensione, il diabete, lo stress psicosociale. I fattori di rischio non si sommano, dal punto di vista della incidenza delle malattie cardiovascolari e dei tumori, ma si moltiplicano!!! » Ehm… tocchiamo ferro, dottor Cipolla! Prossimo anno, come si suol dire, nuova vita e abitudini! Ma cerchiamo d’essere un po’ più ottimismi con questa legge che verrà, e sull’opera di prevenzione che, nel nostro piccolo, anche noi abbiamo fatto!

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