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Mafia e politica: binomio letterario in un solo progetto

  • 27 marzo 2006

Si intitolano “Un Anno” e “L’Istruttoria” e sono prodotto di un ambizioso progetto promosso dalla Fondazione Giuseppe Fava, che nel figlio Claudio, eurodeputato e giornalista anch’esso, trova una linea di continuità. Il noto intellettuale Giuseppe Fava è stato tra le penne pensanti e ironiche che più hanno contraddistinto la vita catanese, ma anche siciliana, a partire dagli anni settanta. Nella logica spartitoria di potere, ivi compreso quello editoriale, egli aveva compiuto una scelta di campo conforme al proprio modello culturale di ispirazione, professandosi un attivo assertore di quella libera espressione di pensiero - spesso minacciata dai pochi - che andava a vantaggio comune, piuttosto che disperdersi nei particolarismi delle "caste intoccabili". Decise così di intervenire a proprio modo, con voce diversa, affrancata da ogni perversione di palazzo, in grado di esporre obiettivamente - in forma letteraria ed ironica - fatti e nomi, con articoli che denunciano le connivenze e gli intrecci politico-mafiosi a lui contemporanei; anche se a ben vedere, alcune di queste complicità e connivenze proseguono ancora oggi. Una scelta scomoda per i poteri occulti (ma non tanto occulti), che portò il giornalista ad essere barbaramente freddato, per mano mafiosa, la sera del 5 gennaio 1984. Il libro “Un anno” è proprio la raccolta di questi scritti politici, che in qualità di direttore, oltre che fondatore, Fava pubblicò sulla rivista "I Siciliani". «Una rivista – come rileva il figlio Claudio – che ha dato alcune delle sue penne al giornalismo italiano».
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Altro merito, sollevato durante l’incontro di presentazione, è stato il clima di fermento culturale respirato presso quella libreria - nuova presenza - dove le copie palermitane della rivista andavano letteralmente a ruba, una volta distribuite. Gli articoli venivano in buona parte firmati da Fava, che molto spesso compariva anche con pseudonimi, per esaltare il valore dello strumento mediatico e dare l’impressione di una redazione ben più nutrita. Il figlio, che raccoglie questi scritti, nell’illustrare la raccolta parla anche del secondo titolo: “L’Istruttoria”, ovvero uno studio drammaturgico tratto dagli atti processuali inerenti il delitto del padre. «La doppia uscita – sostiene – ha l’obiettivo di favorire la trasformazione della cultura orale, in merito al malcostume e alle connivenze politico-mafiose. Quella, cioè, maturata sotto forma di monito, aneddoto, leggenda, e tramandata da padre in figlio negli ultimi trent'anni in memoria scritta, ovvero saggio o rappresentazione teatrale e cinematografica, per favorire sempre più il diffondersi una seria cultura della legalità». Tra le presenze di spicco, alla libreria Broadway, dov'è avvenuto l'incontro, Rita Borsellino.
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