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"No ponte", memorie di una protesta andata a buon fine

  • 19 febbraio 2007

"No Ponte" (Città del Sole Edizioni, 2005, pp. 95, euro 10,00) è un libro che, come è facile desumere dal titolo, è nato per dare una risposta provocatoria al progetto del “fù governo Berlusconi”: un ponte sullo stretto che avrebbe unito la Sicilia e il Continente alla faccia dell’ecosistema dei territori interessati. Per fare ciò la casa editrice “Città del Sole” e il “Gruppo Stern26project” hanno indetto un concorso letterario che ha fruttato questa antologia di racconti inediti di autori vari. A recensire questo libro oggi troviamo qualche difficoltà, perché gli eventi politici dell’ultimo anno hanno trasformato una questione come quella del ponte da preminente in marginale. Il ponte “mostro” che avrebbe minacciato uno dei paesaggi più belli del Mediterraneo, secondo le direttive dell’attuale governo non si farà. Lo sfacelo economico, territoriale, ambientale che molti tra gli autori del libri immaginano a traino della colossale colata di acciaio e cemento, fanno ormai parte di un immaginario più che lontano, oserei quasi dire fittizio, relegato ad una soglia indicibile che non appartiene né al passato, né tanto meno al futuro.
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La raccolta, in altre parole, non ci racconta che di un fantasma che un tempo è stato incubo; le ragioni dell’urgenza ci appaiono, ad oggi, al mero servizio della fantasia. E il risultato di ciò va ben oltre, nella mente del lettore: sin dalla prima parola del testo il fantasma non si materializza, né mai si materializzerà, perché la realtà sopraggiunta ha fermato il tempo lasciando in bocca al lettore un senso di stranita dissolvenza. Ci sarebbe piaciuto, è inutile negarlo, che qualcuno degli autori avesse raccontato dell’enorme spreco di denaro avvenuto per gli studi di fattibilità e quant’altro necessario alla progettazione del ponte. Ci sarebbe piaciuto che almeno uno degli autori avesse valicato le nebbie di un’operazione destinata a restare nell’immaginario virtuale e planare pragmaticamente nella tristezza del reale, ma non è avvenuto. La raccolta di racconti è eterogenea, gli autori hanno colto gli aspetti inerenti alla cancellazione e sfigurazione del territorio usando diversi registri narrativi, dal grave al leggero, dall’opprimente all’ironico e hanno posto l’accento su fenomeni malamente caratteristici dell’attuale società come l’inquinamento, la corruzione, e i movimenti strani di denaro indirizzati in tasche ancora più strane. In ultimo, da leggere è la prefazione ai racconti del Prof. Alberto Ziparo, docente di pianificazione territoriale alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze.

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