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Un tuffo nei segreti del teatro

  • 6 marzo 2006

Un tuffo nel cuore pulsante del teatro, nei suoi segreti e in quelli degli attori che recitando sulla scena, si spogliano continuamente dei loro abiti per interpretare quei personaggi che sembrano rubare loro l’anima. Questa è in poche parole, l’essenza de “Un grande grido d’amore” lo spettacolo di Joisiane Balasko proposto al Teatro Franco Zappalà di Palermo (in via Autonomia Siciliana 123/a) dal 10 al 12 marzo per il cartellone della stagione teatrale in corso. Un lavoro ben confezionato dal regista Maurizio Pancini, scene e costumi di Aldo Buti, traduzione e adattamento di David Norisco, produzione Teatro Artigiano Roma. Gli interpreti principali, Pamela Villoresi e Pietro Longhi, sono Gigì Ortega e Hugo Martial, una coppia di formidabili attori che, ai loro tempi, mietevano successi con i loro straordinari spettacoli. I due amanti sulla scena e nella vita, dopo avere condiviso la gloria, la fama e l’amore finiscono col separarsi nostalgicamente iniziando a vivere la loro esistenza con quell’intensità sottile e profondissima che spesso li aliena dalla realtà; diventano surreali e poeticamente “maledetti” come solo dei sensibili attori di teatro possono essere.
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Gigì infatti continua a calcare qualche palcoscenico soltanto per riuscire a stare lontana dai fumi dell’alcol e Hugo interpreta piccoli ruoli in teatri di second’ordine fino a quando, ben quindici anni dopo la loro separazione, si ritrovano a condividere nuovamente la scena. È qui che ha inizio la commedia vera e propria: il regista (interpretato da Stefano Antonucci) che per la sua prima rappresentazione era riuscito a farli recitare insieme, con un sotterfugio ideato da una furba agente teatrale (interpretata da Gabriella Silvestri), assiste disperato e disarmato ad un divertente e appassionato scontro di personalità, quella della primadonna prorompente di lei e quella del narciso frustrato di lui. Le battute da imparare si alternano quindi alle violente accuse che i due “ex-amanti” lanciano l’uno all’altro, gli attori si mescolano ai loro personaggi e viceversa, in una situazione squisitamente surreale. Un sipario che il teatro apre su se stesso, quindi, mettendo a nudo le proprie insicurezze con un velo di comicità. Inoltre, se è vero che la scena è lo specchio della realtà, il teatro, mostrandosi così vulnerabile e così reale, non fa che confermare silenziosamente il segreto della sua grandezza. Per informazioni o prenotazioni chiamare i numeri 091.543380 oppure 091.362774 o mandare una mail a botteghino@teatrofrancozappala.com o info@teatrofrancozappala.com .
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