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Quando Palermo "luccicava" d'argento: la storia di un quartiere noto in tutto il mondo

All'inizio del XIV secolo arrivarono in Sicilia numerosi maestri esperti nell'arte della lavorazione dei metalli preziosi e iniziò un'epoca che ha contraddistinto la città

  • 15 luglio 2020

Un argentiere al lavoro in bottega

Strade e vicoli di Palermo portano ancora oggi i nomi delle attività che gli artigiani svolgevano in quelle zone e dove solitamente vivevano. Questo indica come la città sia stata nei secoli un centro produttivo molto acceso e punto di riferimento per tutti i commercianti del Mediterraneo.

All'inizio del XIV secolo dalla Spagna, dalla Francia e da alcune zone del nord Italia, arrivarono numerosi maestri esperti nell'arte della lavorazione dei metalli preziosi, obbligati dalle difficoltà economiche dei luoghi e attratti dalla prosperità di Palermo, rendendola così all'inizio del '700 eccellenza mondiale nell'arte orafa.

L'Argintaria è per i palermitani quella zona del mandamento di Castellammare (la zona compresa tra Corso Vittorio Emanuele, la Cala e via Maqueda) dove erano originariamente concentrare le botteghe dei maestri specializzati nella lavorazione dell'argento.

E come detto ne sono testimoni gli stessi nomi delle strade: via Argentieri e via Argenteria vecchia continuano, sebbene ora in maniera molto ridotta, la tradizione di produzione e vendita di oggetti preziosi.
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L'attuale via Argenteria vecchia, che va da piazza S. Eligio a via dei Materassai, era anticamente l'unica zona dove era concessa l'attività nelle botteghe di lavorazione e costeggia quella piazza dove, nel 1650, per volontà e con il finanziamento dei mastri di origine catalana, fu edificata la chiesa dedicata a Sant'Eligio, patrono e protettore degli argentieri.

Lo sviluppo di quest'arte fu talmente vasto che molte botteghe aprirono fino a coprire nuove zone della città: via Argentieria, per l'appunto, che va da piazza Garraffello a Piazza Caracciolo.

Verso la fine dell'800 molte della attività orafe si spostarono nelle nuove strade del lusso palermitano tra Corso vittorio Emanuele e via Maqueda, pur mantenendo i laboratori di produzione nelle vie storiche. Nel XX secolo la pressante richiesta e il diffondersi di quest'arte nel mondo ha fatto in modo che le botteghe puntassero più sulla quantità che sulla qualità della lavorazione, pur facendo di Palermo fino agli anni Novanta la capitale della produzione in questo settore.

Purtroppo la diffusione dei macchinari industriali per la produzione orafa, la concorrenza asiatica con i rispettivi cambiamenti nel mercato economico e la mancanza di rinnovamento nel settore, hanno portato a una drastica riduzione della domanda dei manufatti.

Tuttavia Palermo rimane ancora oggi punto di riferimento mondiale nella produzione in argento e lavorazione manuale dell'argento grazie alla tradizione e abilità degli artigiani locali, alcuni dei quali in grado di operare pregevoli interventi di manutenzione e di restauro su oggetti di tutte le epoche.
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