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Uno dei tesori più belli (e sconosciuti) della Sicilia: la meraviglie della "Grotta dell'Olio"

Tra le 23 presenti nel promontorio, risalta per bellezza e originalità. È l’unica il cui accesso è sommerso dall’acqua e che prevede un'immersione per poterla visitare

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 1 maggio 2023

La Grotta dell'Olio

Palermo è tra le metropoli più grandi d’Italia, oltre ad essere la più grande città della Sicilia. Per quanto esteso, il capoluogo presenta però anche molte aree naturali, che rappresentano un unicum all’interno del panorama nazionale e mediterraneo.

Tra queste aree protette abbiamo infatti ben quattro riserve naturali e un’area marina protetta, quest’ultima affidata al consorzio creato tra i Comuni di Palermo e quello di Isola delle Femmine. La zona di Capo Gallo possiede d’altronde molteplici ragioni che la spingono a divenire una delle aree più apprezzate per via della sua elevata naturalità e conservazione.

Oltre a presentare infatti molteplici preziose specie botaniche, molto studiate dagli accademici palermitani dai tempi dell’istituzione dell’orto botanico nel 1795, il suo mare cristallino e l’elevata biodiversità sia dentro che fuor d’acqua la rendono una degli angoli più apprezzati dell’intera Sicilia, da parte de cittadini e dei turisti.
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Capo Gallo però non è solo sinonimo però di fauna e flora, ma anche di grotte, molte delle quali possiedono un notevole interesse archeologico e biologico, per via delle testimonianze umane o preistoriche che dispongono al loro interno. Una grotta fra tutti però, tra le 23 disponibili nel promontorio, risalta per la sua bellezza e diversità: la grotta dell’Olio.

L’unica il cui accesso è sommerso dall’acqua e che prevede una immersione per effettuare una visita. La grotta dell’Olio è fra i tesori naturalistici meno conosciuti e al contempo spettacolari dell’intera Sicilia. Sono pochissimi gli stessi cittadini palermitani che conoscono la grotta o che ne abbiano mai sentito parlare.

Un paradosso, considerando che l’area di Capo Gallo durante l’estate è una delle più trafficate dai turisti e dai cittadini, per farsi un bagno al mare. Probabilmente la grotta dell’Olio è però sopravvissuta al turismo di massa che affligge il capoluogo anche perché non è facile accedervi e non tutti gli abitanti di Palermo amano esplorare la costa, seppur la città sia nota nel mondo anche per via delle sue spiagge.

La grotta dell’Olio, situata a circa 4 chilometri da Mondello, quando c’è la bassa marea, presenta un’apertura così ampia da consentire il passaggio di canoe di grandi dimensioni e il suo ingresso è caratterizzato dal “trottoir a vermeti”, che i ricercatori dell’università di Palermo paragonano – per via della loro importanza ecosistemica – alle barriere coralline che circondano gli atolli dell’oceano Pacifico.

I suoi fondali, completamente ricoperti da una ricca vegetazione marina, tra l’altro dispongono di una soffice pavimentazione sabbiosa, che durante le giornate estive assume tonalità dorate. Con il fatto inoltre che la grotta accoglie diverse ancore e anfore antiche, provenienti a secoli fa, presenta anche un interesse storico turistico, disponendo di una storia millenaria che racconta il rapporto della città di Palermo con il suo mare.

L’origine del nome della grotta è incerta. L’olio infatti presente nel nome ha molteplici significati e si riferisce molto probabilmente o agli effetti dei giochi di luce della superficie dell’acqua, che si presentano una volta immersi quando si osserva la volta, o alla superficie stessa del mare, su cui si osserva durante il periodo estivo una particolare chiazza oleosa dovuta alla tipica marcescenza delle alghe.

Secondo inoltre altre interpretazioni, non confermate dagli storici, la grotta sarebbe stata anche utilizzata come deposito temporaneo di barili di olio, da parte di piccole imbarcazioni che viaggiavano lungo la costa e che non erano molto ben viste dall’antica amministrazione del porto di Palermo.

Oggi la grotta è visitabile solo tramite prenotazione e il permesso diretto dell’Area marina protetta, che tutela anche l’isola di Isola delle femmine, seppur sono in molti durante l’estate che, dotati solo di maschera e delle pinne, si spingono a fare snorkeling fino a raggiungerne l’entrata, anche per godere della compagnia dei pesci che in quest’area – essendo più protetti – si lasciano maggiormente avvicinare.

La grotta non è stata però sommersa dalle onde del mare da molto tempo. Fino infatti alla fine del massimo periodo glaciale, il livello del mare era molto più basso e non riusciva a raggiungere la costa che oggi vediamo bagnata dal mar Tirreno.

Per questa ragione gli esperti, considerando anche i numerosi reperti scoperti nelle altre grotte vicine, come quella della Addaura, ritengono che i suoi sedimenti possano in teoria nascondere alcune tracce provenienti dall’antichità, che potrebbero ampliare le conoscenze scientifiche legate alla fine del Pleistocene e al Paleolitico superiore.

Scavare però in un contesto difficile come quelle che è presente all’interno delle diramazioni della grotta rendono tale lavoro un pericolo, per non considerare poi il vincolo naturalistico legato alle specie che vivono nelle sue acque, che risultano forse il vero tesoro per il grande gruppo di appassionati che continua ad immergersi e a spingersi fino al cuore della grotta.

Dal punto di vista faunistico, tra le specie di pesci che è possibile vedere nel trottoir situato vicino l’ingresso sono presenti gli sciarrani, gli scorfanotti, le spigole, i cefali e le salpe.

All’interno della grotta invece, fra gli anfratti rocciosi è possibile osservare tal volta la cernia bruna, la murena e occasionalmente il dentice e la ricciola, vicino alle popolazioni delle spugne incrostanti e le stelle marine della specie Echinaster sepositus, Marthasterias glacialis e Coscinasterias tenuispina.

Sono però le rare tartarughe Caretta caretta e i delfini tursiopi quali Tursiops truncatus e Stenella coeruleoalba a risultare i visitatori più graditi dell’intera costa, essendo infatti la fauna preferita da parte di molteplici turisti subacquei, giunti in Sicilia proprio per godere questi spettacoli della natura.
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