MUSICA

HomeNewsCulturaMusica

In "Chestassucc" la Vucciria raccontata dagli Utveggi

Il brano prende di mira, in modo canzonatorio, i cliché della vita notturna palermitana tra la Vucciria e Ballarò: dalla mancanza di servizi pubblici al degrado urbano

  • 10 novembre 2013

Per visualizzare questo video, dai il tuo consenso all'uso dei cookie dei provider video.

A Palermo si sa, i problemi sono tanti, ed uno in particolare affligge molti cittadini: i residenti della Vucciria implorano aiuto contro il degrado, l'abusivismo e la criminalità diventate purtroppo caratteristiche dello storico mercato del capoluogo. Ad occuparsi dell'annosa faccenda anche un gruppo di giovani palermitani, gli Utveggi, che hanno recentemente presentato il loro primo singolo e videoclip, "Chestassucc".

Il brano prende di mira, in modo ironico e canzonatorio, i cliché della vita notturna palermitana tra la Vucciria e Ballarò, e con un linguaggio sincopato e cantilenante, il brano elenca i difetti di due dei maggiori poli della mondanità cittadina: dalla totale mancanza di servizi pubblici al dilagare del degrado urbano, sia esso rappresentato dall’abusivismo degli esercizi commerciali o dall’accumularsi dei rifiuti per le strade. Tutto in chiave ironica, senza mai scadere nel bieco moralismo. Il brano è tratto da “Boshi” (termine giapponese che vuol dire "cappello"), primo EP della band uscito nel giugno 2013, contenente otto tracce, di cui sei inedite.

Il progetto Utveggi nasce dall'incontro tra cinque giovani musicisti palermitani, già all'opera insieme da diversi anni: Valerio Mirone in arte Yu Suwon (voce), Simone Giuffrida (chitarra e voce), Bruno Pitruzzella (chitarra), Simone Sfameli (Batteria) e Luca La Russa (basso). Dopo il debutto ufficiale datato dicembre 2012, la band prosegue l'attività concertistica in collaborazione col circuito palermitano del "The Popshock" ed esibendosi in occasione del Gay Pride nazionale.

Lo stile della band nasce dalla fusione delle influenze creative e dal background musicale e culturale di ogni componente. Così in Boshi trovano spazio brani in italiano, inglese, giapponese e siciliano, canti a cappella e lunghe suite strumentali, in un mix che mette insieme rock, ironia e testi raffinati.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

I VIDEO PIÙ VISTI