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Adotta un posteggiatore abusivo

Il palermitano medio non fa più di cento metri senza la macchina. Risultato: il primo problema è il traffico. Soluzione: i posteggiatori abusivi fungono da deterrente

  • 16 agosto 2017

Il palermitano medio non fa più di centro metri senza la macchina. La prende per comprare le sigarette, per fare il giro dell'isolato e salutare gli amici, per ascoltare un po' di musica, per svariare (trad: per distrarsi), perché si secca a camminare a piedi, perché prendere l'autobus è una cosa disonorevole.

Risultato: il primo problema di Palermo è il traffico. Soluzione: i posteggiatori abusivi fungono da deterrente per non prendere l'auto, per non pagare quell'euro in più. In un certo qual senso, contribuiscono all'abbattimento delle polveri sottili nell'aria più di provvedimenti come le targhe alterne o la Ztl.

L'azienda media palermitana nel suo massimo punto di espansione non conta più di un centinaio di addetti. Il comparto degli "artigiani del posteggio" è invece in crescita e conta migliaia di addetti in città arrivando anche ad assumere manodopera straniera. I "posti" da posteggiatore sono ormai considerati come qualcosa di prestigioso, superati nell'immaginario collettivo solo dai lustrascarpe abusivi (categoria professionale che presto farà la sua comparsa).
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Pertanto sono odiati tanto dagli appiedati quanto dagli automobilisti, la maggior parte dei quali squattrinati, ma disposti a cedere anche le mutande se dovessero pagare l'obolo a norma di legge per le strisce blu o per il caro benzina o per i robot-posteggiatori che presto faranno la loro comparsa nei garage. Ma dare un euro “per il caffè” a un palermitano che guadagna più di te è qualcosa di avvilente. Del resto, un posteggiatore abusivo difficilmente chiude un occhio come un vigile urbano.

Eppure se avessimo le strade sorvegliate da gente che si organizza magari in cooperativa, che è possibile rintracciare nel caso in cui qualcosa vada storto, che si occupa della sicurezza dell'auto e che magari offre servizi aggiuntivi come regolare la pressione degli pneumatici ogni 10 soste oppure lavare il parabrezza ogni 3 “caffè”, allora anche gli automobilisti sarebbero più contenti di pagare per qualcosa che non sia una semplice striscia blu sull'asfalto.

In definitiva, la legalizzazione del comparto a Palermo sarebbe un danno di non poco conto per la mafia, paragonabile a quello della legalizzazione delle droghe leggere. I posteggiatori abusivi sono flessibili, disposti a turnazioni e delocalizzazioni.

I recenti provvedimenti come il Daspo che hanno già interessato decine e decine di addetti al comparto hanno dimostrato che nel momento in cui un lavoratore del comparto viene “delocalizzato”, non scattano in automatico delle proteste come quelle che hanno interessato i lavoratori regionali quando il governatore “rivoluzionario” annunciò rotazioni e trasferimenti. L'etica del lavoro prevale.

I posteggiatori abusivi rischiano di fare la fina dei benzinai, vittime dell'automazione e della burocratizzazione. Con loro potrebbe scomparire anche il patrimonio di colore e di conoscenza del territorio che in decenni si è sviluppato a Palermo. Senza di loro ci sarebbe qualche migliaio di disoccupati in più in città e certamente non tutti si ritirerebbero in preghiera al santuario di Santa Rosalia.

Adesso puoi fare qualcosa anche tu! Adotta un posteggiatore abusivo! Fai come se fosse un monumento da tutelare.

Che poi una bella statua al posteggiatore abusivo, ignoto come il milite, Palermo se la meriterebbe eccome, magari in piazza Politeama.

Che cosa ci guadagni?
Come minimo un bel posteggio aggratis.
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