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In vacanza (all'estero), occhio alla panza

La nostra cucina è una delle più ricche e gustose del mondo: per questo bisogna fare attenzione e non cercare mai di mangiare italiano all'estero

  • 7 agosto 2017

Ecco in arrivo le due settimane più calde dell'anno. Non si parla solo di temperatura ma indubbiamente è il periodo dell’anno in cui la maggior parte dei siciliani (e forse anche degli italiani) può andare in vacanza.

Le mete più disparate: il mare, la montagna, le grandi metropoli, le vacanze avventurose, le città d'arte. Se è vero che in vacanza bisogna pur sfamarsi, è anche vero che spesso le scelte degli spostamenti sono influenzate dalle tipicità enogastronomiche di un luogo, in modo da unire cultura, relax ed anche momenti gradevoli per le papille gustative.

Quello dei tour del food è ormai un vero e proprio business e non è affatto male pensare che il buon cibo così come il buon bere riescano a trascinare folle di turisti affamati non solo di musei o spiagge. Noi siciliani partiamo avvantaggiati ma allo stesso tempo svantaggiati. Perché?

Perché la nostra cucina è una delle più ricche e gustose del mondo ed ha un rapporto bontà/quantità/prezzo, eccezionale. Sarà dunque difficile trovare lo stesso all’estero.
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Bisognerebbe quindi partire con una mentalità aperta circa il cibo tipico che andremo a gustare fuori dal nostro territorio e magari informarsi sulla provenienza e sulla tradizione di un determinato piatto: questo ci aiuterebbe a conoscere meglio la località che stiamo visitando ed anche un po’ più di storia del popolo locale.

Alla luce di queste considerazioni mi sento di darvi un paio di consigli pratici.

1. Non cercate di mangiare MAI di mangiare italiano all'estero: non funziona, rimarrete irrimediabilmente delusi. Ogni ristoratore adatta le ricette ai gusti degli autoctoni. E poi, ad esempio, pensate davvero che il cibo indiano che mangiamo a Palermo sia uguale a quello che si mangia in India?

2. Non cercate per nessuna ragione al mondo di bere un caffè espresso (come il nostro) all’estero. C’è una cultura diversa del caffè, ed anche se vedrete miscele italiane e macchine da caffè supertecnologiche e italiane, niente da fare: il caffè come lo facciamo noi, lo facciamo solo noi.

Rassegnatevi.

E sopratutto parlatene con un napoletano. :)
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