Chi sono i laureati Unipa? Il rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale

Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato il Rapporto 2017 sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati delle Università italiane.

Presenti nel resoconto anche i dati relativi all'Ateneo palermitano che, a detta del Magnifico Rettore, Fabrizio Micari, «confermano la solida base didattica» e «l’attenzione che i nostri docenti dedicano alla qualità della preparazione di ogni singolo studente».

L'indagine sul Profilo dei laureati è stata effettuata tenendo conto dei 7.605 laureati nel 2016 (3.952 di primo livello, 2.012 magistrali biennali e 1.470 a ciclo unico) e analizzando nello specifico i dati riguardanti la provenienza e il background formativo, l'età e il voto finale di laurea, la mole di esperienze lavorative o di tirocinio, in Italia e all'estero, e la soddisfazione generale sul percorso di studi effettuato.

Il profilo "tipo" del laureato in Unipa è un giovane di età compresa tra i 26 e i 27 anni (primo livello) o 28 anni (magistrale), con un voto medio di laurea di 105,3 su 110, a fronte di un percorso di studi che solo nel 41% dei casi si conclude nei tempi previsti ("in corso").I dati appaiono rassicuranti, a cominciare dall'alto numero di giovani che si dichiarano pienamente soddisfatti della propria esperienza universitaria (85%) e da quelli che reputano ottimo il rapporto con il corpo docente (83%). Positivo anche il dato sui laureati che considerano adeguato il carico di studio nel corso degli anni accademici (74%).

Il tutto sembra avere riscontro anche nel post-laurea, periodo in cui si rileva una lieve crescita dell’occupazione per i laureati a 5 anni dal conseguimento del titolo, che passa dal 72 al 75%.

L’Indagine sulla Condizione occupazionale si riferisce a 13.904 laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2015, contattati a un anno dal titolo, e laureati magistrali biennali usciti nel 2011, coinvolti a distanza di cinque anni.

In generale sembra che la laurea conseguita risulti efficace per la riuscita nel settore di propria competenza, con il 67% dei laureati inserito nel settore solo il 27% nel pubblico e la restante parte divisa tra lavori no-profit, servizi, industria e agricoltura.