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La Sicilia ci ritenta: sei candidate per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020

Dopo la nomina palermitana la Sicilia punta nuovamente all'ambito titolo di Capitale Italiana della Cultura: sono ben sei le candidate per il 2020

  • 17 ottobre 2017

Il prestigio derivante dalla nomina a Capitale Italiana della Cultura è indiscutibile, ed è per questo che, in attesa degli eventi che arriveranno a Palermo in occasione della recente conquista del titolo, la Sicilia si mette nuovamente in gioco per primeggiare anche nel 2020, grazie alla candidatura di ben sei città.

Il titolo, assegnato ogni anno dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha, tra gli obiettivi, quello di valorizzare i beni culturali e paesaggistici oltre che a migliorare i servizi rivolti ai turisti e da sempre l'Isola è nota per la bellezza dei suoi monumenti e scorci.

Essendo la Sicilia simbolo di storia grazie a innumerevoli elementi di pregio che vanno dalla letteratura all’architettura passando per la gastronomia, le candidate sono ben sei: si tratta di Agrigento, Catania, Messina, Noto, Ragusa e Siracusa (visualizza la lista delle 46 città in gara).

Ad annunciare i nomi delle città è stato il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschin a Lucca, durante la tredicesima edizione di LuBeC. Una giuria di esperti valuterà le proposte delle aspiranti capitali, e entro il 15 di novembre annuncerà le dieci città finaliste, che verranno invitate a un incontro di presentazione pubblica e approfondimento.

La città vincitrice, scelta da una commissione di sette esperti, viene nominata dallo stesso ministero dopo i colloqui di approfondimento e per il periodo di un anno avrà la possibilità di mettere in mostra la propria vita e il proprio sviluppo culturale: la data dell'annuncio finale è quella del 31 gennaio 2018.

Essere capitale della cultura oggi non significa essere semplicemente detentori di un titolo, bensì è la prova lampante di un riconoscimento che deve insegnare a chiunque, sopratutto ai giovani, quanto sia vasto il patrimonio culturale che ci circonda, significa avere in mano la più grande eredità che si possa desiderare, significa battersi per tutelarne i diritti e divulgarne le idee.
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