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Om, la musica naif conquista i Candelai

La scelta dei testi pseudo italo-francesi, tedeschi o inglesi, è dettata dall’esigenza di non essere diretti

  • 4 novembre 2003

Il “non senso” onirico delle parole si adagia sulla superficie acustica del morbido sound naif, finché trova il suo significato toccando le corde dell’istintualità emotiva. Solo apparentemente sono dettate dal caso le parole e la musica degli Om (Francesco Prestigiacomo, batteria e percussioni; Giuseppe Schifani, basso e contrabbasso; Marcello Barrale, chitarra e voce; Gabriele Ajello,  fisarmonica e voce; Nino Tagliareni, sassofoni e cori), in concerto mercoledì 5 novembre alle 22 ai Candelai, in via Candelai 65 (ingresso 3 euro).

Anche il testimonial del loro prossimo live è frutto di una spontanea riflessione logistica: un surreale bambino-gigante figura dell’innocenza e contemporaneamente del superamento di essa. «Il nostro punto di vista naif – spiegano gli Om - è quello di un bambino, essere innocente ma anche colpevole. Egli ha le sembianze angeliche e nel contempo mostruose, gioca e distrugge. Facciamo sempre lo stesso gioco ma in maniera diversa». E’ un discorso filosofico che va oltre i loro cambiamenti di formazione e del contesto musicale ora più acustico che elettronico. Gli Om si pongono come creatori di un nuovo stile di musica (naif) e come continuatori di una qualche cultura adiacente.

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La scelta dei testi pseudo italo-francesi, tedeschi o inglesi, è dettata dall’esigenza di non essere diretti: le parole in apparenza non sono legate da nessuna logica e si può solo intuire il senso tragico che paradossalmente è trasfigurato nell’ironia degli eventi. Nel momento in cui si è a un passo dal coglierne il significato tutto si risolve in una grande festa. «Sono esperimenti musicali dinamici. La musica naif – continua la band - si va formando mentre la esegui, ciò che si compone segue le circostanze. Ognuno di noi reca le proprie influenze personali, le contaminazioni che confluiscono nel naif: certa musica etnica, balcanica, francese, ebraica, klezmer, musica classica e soprattutto jazz». Il concerto di mercoledì 5 segna un atteso ritorno per i cinque musicisti palermitani. «E’ una ripartenza per noi perché presenteremo il nuovo assetto del gruppo, brani inediti, il riarrangiamento del nostro vecchio repertorio, un nuovo rapporto col pubblico. Inoltre, studiamo le scenografie, i costumi e le performance sul palco. Di certo siamo più matura ma è un normale evoluzione, e anche sulle sonorità siamo più compatti».

E’ efficace la complicità tra gli strumenti, il continuo cambio di ritmi e il gioco di voci. «Decidiamo di esprimere le emozioni attraverso un modo di cantare tutt’altro che canonico, introducendo parti recitate o parlate. E’ la teatralizzazione della musica e ogni pezzo è un pezzo a sé, fa parte della filosofia naif. Ci accostiamo anche al cinema perché sul palco trasmettiamo stralci di film e inseriamo suoni e strumenti non convenzionali come organetti, voci fuori campo, strumenti giocattolo». Non manca l’improvvisazione a questi osservatori della vita e delle stelle (così si definiscono gli Om, Ndr). «Mercoledì – concludono - ci sarà un allunaggio e un atterraggio, e anche un special guest a sorpresa». In una atmosfera di festa popolare gli Om mirano a liberare le menti da meccanismi viziosi più che proporsi soluzioni a problemi concreti, tutto sembra andare oltre. Saranno ispirati da “Belzebù” (un loro personaggio) con una chiara frase in mente: “e l’animaccia tua dannata sia per sempre”.

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