CULTURA

HomeNewsCultura

Palermo secondo "Elle Decor": cinque chicche bellissime e moderne da vedere

L'affermata rivista patinata di tendenze, arredamento e interior design dedica uno spazio a Palermo e a cinque edifici che ne rappresentano la modernità

Balarm
La redazione
  • 27 giugno 2017

La biblioteca di palazzo Branciforte

Non è un segreto che i media nazionali e internazionali dedicano sempre più attenzione alla città di Palermo, alle sue bellezze architettoniche e alle sue dinamiche sociali: testate giornalistiche universalmente riconosciute come "grandi" hanno parlato di mafia, di politica, di rinascita e di arte.

Qualche ora fa però, una rivista di interior design e arredamento di lusso e moda si è interessata al capoluogo siciliano: Elle Decor, segnalando una lista di cinque cose da vedere di Palermo che dimostrano la sua modernità.

Una città che oggi sta riprendendo vita "in un clima di rinnovata fiducia che spinge i proprietari a rinnovare i palazzi storici e le amministrazioni pubbliche a investire in nuovi spazi sociali e culturali".

Ma la rivista patinata fornisce ai suoi lettori cinque esempi di una modernità che, dal punto di vista architettonico, aveva già preso piede negli anni passati.

Palazzo Abatellis nel restauro di Carlo Scarpa del 1953: la dimora signorile del Cavaliere Francesci Abatellis nel cuore del quartiere della Kalsa, oggi sede della Galleria regionale per l’arte medioevale, è stata oggetto di un progetto di allestimento definito da Walter Gropius “Un capolavoro. La miglior ambientazione di museo che mi sia mai capitato di incontrare in tutta la vita”.
Adv
Sono stati isolati i capolavori artistici esposti con un uso raffinato dei materiali e dei dettagli come il sostegno dei dipinti, che è posto su un unico lato in modo da poterli ruotare manualmente a seconda delle condizioni di luce.

il Grattacielo dell'Ina di Carlo Broggi è invece l'edificio più alto di Palermo: completato nel 1955 rispecchia infatti i canoni estetici del razionalismo italiano con i suoi 65 metri di altezza per 17 piani.

Non manca Palazzo Branciforte per il restauro di Gae Aulentii: cinque anni di lavori hanno trasformato il palazzo del diciassettesimo secolo in un polo culturale, sede della Fondazione Sicilia che ospita mostre, eventi e una particolare biblioteca e che nasconde anche l'antico, labirintico e monumentale monte dei pegni Monte di Santa Rosalia.

Il lungomare Foro Italico di Italo Rota: l'architetto ha voluto restituire il mare ai palermitani riproponendo l’antica passeggiata dei primi del Novecento. La firma di Rota sono i dissuasori variopinti in terracotta invetriata ispirati al profilo del busto di Eleonora d’Aragona scolpito dal Laurana

Palazzo Amoroso, detto dai cittadini "La milanese", su progetto di BBPR. Sono i maestri del razionalismo italiano Banfi, Barbiano di Belgiojoso, Peressutti e Rogers e sono gli autori di Palazzo Amoroso (piazzetta S. Spirito dietro porta Felice), un progetto completato nel 1974. È un raro modello di cucitura tra antico e moderno.

Infine e non lontano da lì c'è La Cala: un fronte mare ripensato e ridisegnato da Sebastiano Provenzano e Giulia Argiroffi in tempi decisamente più recenti che torna a essere uno spazio a disposizione dei palermitani.

Quindi anche se le guide turistiche raccontano una città ferma all’Ottocento, la resurrezione di Palermo è iniziata da parecchi decenni: nominata Capitale della cultura 2018, ha un centro storico diventato patrimonio Unesco dell'umanità e si sta anche preparando a ospitare Manifesta, la biennale di arte contemporanea più importante d’Europa
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI