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"Storie interrotte", teatro e stato in scena

  • 17 aprile 2007

Chi pratica il teatro, incluso il semplice spettatore (ruolo essenziale per la vita stessa dell’arte teatrale e per nulla facile, talvolta …), sa bene come sulla scena ogni cosa sia rappresentabile, sia che si tratti di un testo drammaturgico nato proprio per questo scopo, sia che si abbia a che fare con materiale “altro”, oggetto di rapresentazione scenica opportunamente elaborato, adattato, anche manipolato, ma, in ogni caso, qualunque sia la trasformazione subita, destinato al fine ultimo della messa in scena teatrale. Poi ben sappiamo come, sin dalle sue origini (il rito prima, quindi il teatro greco e latino e via di seguito), il teatro sia sempre stato uno strumento di grande valore etico per la società, esercitando anche nei momenti più bui una funzione di elevamento culturale e artistico, in grado di rinvigorire le coscienze ed educare le menti all’esercizio della riflessione, oltre che regalare momenti di intrattenimento alto dai quali di certo il sorriso non risulta essere bandito, anzi. Tutto questo, ma anche con tanto valore aggiunto come si vedrà, è alla base del progetto storico – teatrale – culturale di Fabrizio Barca, Leandra D’Antone e Renato Quaglia, dal titolo “Storie interrotte”, promosso dal Dipartimento Politiche di Sviluppo e Coesione e prodotto da Studiare Sviluppo in collaborazione con Palermo Teatro Festival, e costituito da cinque spettacoli teatrali, ciascuno incentrato su una differente figura storica, una rappresentazione al giorno per cinque giorni, dal 18 al 22 aprile alle 21.15, al Nuovo Montervergini di Palermo.

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Ma ecco un po’ più da vicino il progetto e le motivazioni di fondo che lo hanno animato. Innanzitutto si tratta di figure eminenti della storia italiana, il cui profilo merita di essere messo in luce approfonditamente per spiegarne ed analizzarne i comportamenti, creando così un’ottima opportunità di valorizzazione e conoscenza di quei grandi personaggi che hanno contribuito alla crescita civile del nostro paese e ne hanno fatto la storia. Un’attenzione quindi nel fornire a tutti (e questo è uno specifico obiettivo del progetto), e non solo ai cosiddetti “specialisti” della materia in oggetto, la storia del nostro paese, quegli elementi che contribuiscono alla formazione di una cultura politica nazionale. Si tratta di cinque grandi figure che nel ricoprire ruoli politici e pubblici di grande rilevanza e visibilità nazionale hanno compiuto dei propri percorsi esistenziali, talvolta anche drammatici, dando prova di gesti di alto valore etico. Cinque personaggi che nell’esplorare originali forme di intervento dello Stato nella società e nei rapporti fra pubblico e privato, sono riusciti a sfuggire a quella arida e ancora attuale schematizzazione fra liberismo e statalismo. E questa loro esperienza, mantenendo un carattere di estrema attualità, può fornire un valido contributo nel tentare di affrontare quelle due dicotomie, pubblico - privato e locale – globale, che tanto pesano ancora sulla governabilità del nostro paese (seconda motivazione del progetto). E infine, tutte le figure sono del Sud, e questo non è certo un caso, ma invece serve a sottolineare, e ricordare (terza finalità), quanto sia stato “nazionale” l’impegno della migliore classe dirigente espressa dal Sud.

Personaggi che, traendo idee e forza e passione dalla terra di provenienza, dalle sue risorse e dalle difficoltà di utilizzarle, hanno messo tutto ciò a servizio di un progetto nazionale. E ancora non è un caso che il progetto sia stato pensato proprio al Sud, ascoltando alcuni dialoghi su Nitti portati in teatro da una compagnia lucana di giovani, per la regia di Gianpiero Francese. Grazie poi all’interesse di un’Amministrazione pubblica, il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, che ha come principale missione la crescita di questa parte d’Italia, l’idea concretizzandosi e facendo dialogare i cinque personaggi con i loro contemporanei, diventa un tentativo di incontro fra storia, teatro e Amministrazione pubblica. Inoltre, utilizzando modalità di comunicazione innovative nelle forme e nei linguaggi, il progetto intende coinvolgere un vasto pubblico (ennesima finalità, quella di divulgazione delle conoscenze in materia storica). Ecco allora, per ciascun personaggio, storici ed esperti al lavoro per trarre da tutto il materiale storico e documentaristico di riferimento una prima versione dei testi, e precisamente: per Francesco Crispi, Giuseppe Astuto e Raffaele Romanelli; per Francesco Saverio Nitti, Fabrizio Barca, Leandra D’Antone, Maria Teresa Imbriani e Gianpiero Francese; per Donato Menichella, Alfredo Gigliobianco; per Luigi Sturzo, Salvatore Lupo e Anna Lucia Denitto; infine per Giuseppe Di Vittorio, Luigi Masella, Giuseppe Berta e Francesco Giasi.

È stato compito poi dello scrittore e drammaturgo Paolo Patui ricavare da quei primi elaborati, i testi teatrali da consegnare ai cinque registi che con le loro compagnie hanno portato sulla scena i lavori che saranno rappresentati secondo questo programma: il 18 aprileQuesti fiori li ho raccolti stamattina” su Giuseppe Di Vittorio, regia di Alfio Scuderi, Palermo Teatro festival; il 19 aprileLe tre male bestie” su Luigi Sturzo, regia di Dario De Luca, Scena Verticale; il 20 aprileQuesta volta ci sono i denari” su Donato Menichella, regia di Mariano Dammacco, Kismet Opera; il 21 aprileParadossi nelle vicende della mia vita” su Francesco Saverio Nitti, regia di Gianpiero Francese, Opera; il 22 aprileIo sono Crispi!” su Francesco Crispi, regia di Claudio Di Palma, Vesuvio Teatro. Il costo del biglietto per ciascuno spettacolo è di 5 euro, biglietti al box office c/o Media Store Ricordi di Palermo o al botteghino del teatro, nei giorni di spettacolo, dalle ore 20. Per informazioni telefonare allo 091.300301 o consultare il sito www.palermoteatrofestival.com.

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