MUSICA

HomeNewsCulturaMusica

Un Metropolitan "Dedicato a Piazzolla"

Madrina della serata è Laura Escalada Piazzolla, ultima compagna del musicista e compositore

  • 7 novembre 2003

Grande apertura di stagione al cineteatro Metropolitan di Palermo anche per la rassegna teatrale, con lo spettacolo Dedicato a Piazzolla, presentato mercoledì 5 ed in replica giovedì 6 novembre in collaborazione con la “Fondazione Astor Piazzolla” di Buenos Aires. Madrina della serata è Laura Escalada Piazzolla, ultima compagna del musicista e compositore, molto emozionata nell’introdurre la serata ricordando le origini italiane del maestro al pubblico numeroso delle grandi occasioni. Una scaletta tutta all’insegna della musica che ha reso internazionalmente noto Astor Piazzolla e che a sua volta è stata esportata in tutto il mondo dal bandonèonista argentino, rigorosamente eseguita dal vivo da un quintetto di giovani e bravissimi musicisti, coreografata da una coppia di tangueros, Natalia Lavanderia e Omar Merlo, la quale ha tradotto in forti figurazioni visive le emozioni suscitate dal Tango nuevo piazzolliano.

Più di un’ora e mezza di coinvolgente esibizione percorsa da dodici momenti che ripropongono le atmosfere dei più famosi brani di Piazzolla. Il suono triste e languido del bandonèon del giovane Horacio Romo trasuda tutta la passionalità e la malinconia argentine in “Verano Porteño”, mentre sul secondo pezzo compaiono i ballerini, in leggero raso nero lei, abito grigio lui, ed il concerto si trasforma in spettacolo, per un tango lento e sensuale come lo “strusciare” della gamba velata di seta di lei sui pantaloni di lui, i passi ad incrociarsi agilmente su “Romance del Diablo”, per il garbato solo della chitarra elettrica di Germàn Martinez. Dopo “Revirado”, con nervosi scatti sincronici del quintetto, la toccante “Milonga del Angel”, intensa la voce del bandonèon che riesce ad incarnare i vari umori musicali e caratteriali del popolo argentino, triste, orgoglioso, passionale. Quindi un nuovo ingresso per la coppia tersicorea che, in lungo abito rosso marezzato lei e tutto in nero lui, si abbandona ad un tango ancor più figurato, ad assecondare la pronunciata cadenza ritmica di un altro capolavoro, “Michelangelo 70”.

Adv
Segue “Primavera Porteña”, l’esecuzione strumentale forse più trascinante, un tango tutto giocato sui colori dinamici e sull’elasticità dei tempi musicali, con pregevoli vorticose scale ad opera del pianista Hernàn Possetti. Luci cupe ad illuminare il palcoscenico reso così notturno per l’onirica atmosfera di “Soledad”, squarciata dall’acuto solo del violino di Sebastian Prusak sulla solida struttura ritmica del contrabbasso di Sergio Rivas. E poi di nuovo un cambio d’abito per i due eterei ballerini, corpetto di lamè lei, vestito con cravatta e fazzoletto al taschino lui, a girarsi intorno l’un l’altra, volteggiando, la musica di “Buenos Aires Hora Cero” che ne attornia le fascinose evoluzioni. Un lirico assolo del piano in “Invierno Porteño” rimarcato dal controcanto del violino sul ritmo incalzante che perviene ad un crescendo di tutto l’ensemble strumentale e poi ancora la commovente voce del bandonèon. Un continuo susseguirsi di emozionanti composizioni, tra le più celebri del maestro argentino, “La Muerte del Angel”, “Adios Nonino”, per l’incredibile sincronia dei musicisti dai cui strumenti sgorgano affascinanti le note che vanno a fondersi in una travolgente orchestrazione di colori, ritmi, suoni, sensazioni.

A ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della riuscita serata Laura Escalada Piazzolla, la quale uno ad uno presenta ballerini e musicisti, dimenticando momentaneamente, certo per l’emozione, la voce prima del gruppo, l’ottimo bandonèiste Horacio Romo, al quale comunque, al pari dei due esuberanti danzatori sudamericani, viene riservato l’apprezzamento più scrosciante. Il finale è riservato al brano che per antonomasia oggi rappresenta Astor Piazzola nel mondo, l’attesissimo “Libertango”, commentato dalla coppia tanguera che si produce in configurazioni acrobatiche ed intreccia un complicato e spettacolare gioco di gambe che lascia senza fiato il pubblico. Alla fine esplode l’applauso, insistente fino ad ottenere da questa compagnia di artisti di gran livello ben due rientri, un brano non annunciato seguito ancora da “Libertango”, meno tecnica della prima esecuzione ma, se possibile, forse anche più sentita.

Prescindendo dall’assenza delle istituzioni ad un evento culturale organizzato dalla Fondazione Astor Piazzolla nota in tutto il mondo, unica annotazione a margine è costituita dal problema tecnico che non ha permesso di vedere le programmate immagini sullo schermo circolare al centro del proscenio: ma forse, così, gli spettatori si son potuti meglio concentrare sulle sinuose movenze dei tangheri e le mirabili note del compianto vero protagonista della serata.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI