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Dalla baronessa di Carini alla vecchia dell'aceto: il Ditirammu porta il "Cantu d'Amuri" a Villa Filippina

Balarm
La redazione

La nuova compagnia folk Arbarìa

Storie e leggende popolari si intrecciano insieme, per dar vita a nuovi componimenti e nuova memoria.

Sono loro i protagonisti dello spettacolo teatrale "Cantu d'Amuri" che la Nuova Compagnia Folk Arbarìa porta in scena per il Ditirammu di Palermo sul palco di Villa Filippina venerdì 13 agosto, alle 21.00, per la regia di Piero Tutone e aiuto regia Bruno Carlo Di Vita.
  
Si narra de “La barunissa di Carini”, la tragica leggenda che racconta di Laura Lanza di Trabia costretta a sposare Vincenzo La Grua, sotto costrizione del padre. La giovane barunissa si innamora invece di Ludovico Vernagallo, intraprendendo insieme una vera e propria storia d’amore segreta che una volta scoperta lascerà sgomento e morte; si racconterà di questa lotta per la felicità, per un amore vero, fatto di sorrisi e mai di odio.

A seguire il racconto di Giovanna Bonanno, più conosciuta come “La Vecchia dell’Aceto”, figura leggendaria di Palermo che creò il suo particolare veleno: "l’Arcano Liquore Aceto” per mandare all’altro mondo mariti violenti, cattivi o semplicemente ritenuti insopportabili. Si ricorderà soprattutto la sua tragica morte, l’impiccaggione sulla forca a piazza Vigliena.
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Tramandare attraverso i racconti, la musica, i canti e le danze affinché il valore di queste storie non si perda nel tempo è la finalità dello spettacolo.

Sul palco: Virginia Maiorana, fisarmonica; Gaetano Mirabella, chitarra; Noa Flandina, Noa Blasini, Alessandra Ponente, Bruno Carlo Di Vita, voci. Le coreografie sono di Piero Tutone e Noa Blasini.

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Oltre a quanto già previsto dalla normativa anti Covid-19 (uso della mascherina, controllo della temperatura, distanza interpersonale e igienizzazione delle mani), agli spettatori e ai visitatori è richiesta una valida Certificazione Verde Covid-19 (Green Pass).

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