"Cunti di musica: Daniele Billitteri racconta i Tamuna" sul palco del Ditirammu
Nell'ambito della rassegna "Il baglio di Vito" (visualizza articolo di approfondimento), un altro appuntamento al teatro Ditirammu: in scena domenica 24 settembre "Cunti di musica: Daniele Billitteri racconta i Tamuna".
Con i Tamuna, più che mai, è la somma che fa il totale, come diceva Totò. La storia del gruppo palermitano, vincitore tra l’altro del prestigioso Premio De André, è quella di quattro musicisti capaci di diventare la parte di un tutto, dove ciascuno mette del suo e alla fine ci si ritrova tra le mani uno stile unico.
Carlo “Charlie” Di Vita (chitarra solista), Giovanni Parrinello (percussioni, musica e testi in inglese), Marco Raccuglia (chitarra, testi e musica) e Riccardo Romano (basso e musica), sono insieme dal 2013 e al Teatro Ditirammu saranno protagonisti dello spettacolo “Daniele Billitteri racconta i Tamuna”. Un equilibrio teatrale tra parole e musica con il gruppo impegnato a offrire al pubblico una larga parte del proprio repertorio compresi Gerlando e Femmina, due brani ispirati da due libri di Billitteri (Homo Panormitanus e Femina Panormitana) che sono la chiave di questa collaborazione. Il tributo al vocabolario dei critici che “ne sanno”, prevede che si parli di “contaminazione”, della capacità di “coniugare” cose diverse.
I Tamuna sono fortemente legati al Teatro Ditirammu, non fosse altro per la presenza non secondaria nel gruppo di Giovanni Parrinello, quotato percussionista ma anche figlio di Vito Parrinello, il fondatore del teatro insieme con la moglie Rosa Mistretta.
Giovanni è il fratello di Elisa Parrinello, coreografa, registra e attrice, a capo di un Laboratorio teatrale rivolto a giovani tra gli 8 e i 16 anni. I Tamuna non hanno mai “tradito” le loro radici ma i frutti che sono germogliati vanno ben oltre la tradizione come folklore per diventare tradizione come cultura. Tributo a una terra profumata e maleodorante, oscura e luminosa, scoppiettante ed esplosiva. Sotto questo aspetto i Tamuna sono come la cassata: nata e fatta qui ma buona in tutto il mondo.
Con i Tamuna, più che mai, è la somma che fa il totale, come diceva Totò. La storia del gruppo palermitano, vincitore tra l’altro del prestigioso Premio De André, è quella di quattro musicisti capaci di diventare la parte di un tutto, dove ciascuno mette del suo e alla fine ci si ritrova tra le mani uno stile unico.
Carlo “Charlie” Di Vita (chitarra solista), Giovanni Parrinello (percussioni, musica e testi in inglese), Marco Raccuglia (chitarra, testi e musica) e Riccardo Romano (basso e musica), sono insieme dal 2013 e al Teatro Ditirammu saranno protagonisti dello spettacolo “Daniele Billitteri racconta i Tamuna”. Un equilibrio teatrale tra parole e musica con il gruppo impegnato a offrire al pubblico una larga parte del proprio repertorio compresi Gerlando e Femmina, due brani ispirati da due libri di Billitteri (Homo Panormitanus e Femina Panormitana) che sono la chiave di questa collaborazione. Il tributo al vocabolario dei critici che “ne sanno”, prevede che si parli di “contaminazione”, della capacità di “coniugare” cose diverse.
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Ma, nomenclatura a parte, è davvero così perché i Tamuna scrivono pezzi originali, non fanno cover, hanno un album in uscita e altri due alle spalle; oltre al De André hanno vinto altri premi, hanno suonato in tutta Italia e anche a Londra dove hanno conquistato i giovani inglesi con pezzi in siciliano.I Tamuna sono fortemente legati al Teatro Ditirammu, non fosse altro per la presenza non secondaria nel gruppo di Giovanni Parrinello, quotato percussionista ma anche figlio di Vito Parrinello, il fondatore del teatro insieme con la moglie Rosa Mistretta.
Giovanni è il fratello di Elisa Parrinello, coreografa, registra e attrice, a capo di un Laboratorio teatrale rivolto a giovani tra gli 8 e i 16 anni. I Tamuna non hanno mai “tradito” le loro radici ma i frutti che sono germogliati vanno ben oltre la tradizione come folklore per diventare tradizione come cultura. Tributo a una terra profumata e maleodorante, oscura e luminosa, scoppiettante ed esplosiva. Sotto questo aspetto i Tamuna sono come la cassata: nata e fatta qui ma buona in tutto il mondo.
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