Dal Bolero a Pavane: Grande concerto dedicato a Ravel al Teatro Massimo
Il pianista Roberto Cominati
Un grande concerto dedicato a Ravel che parte con la "Pavane pour une infante défunte" e si conclude con il trascinante "Boléro": giovedì 7 dicembre alle 20.30 al Teatro Massimo di Palermo.
Gabriele Ferro, direttore musicale del Teatro Massimo, dirige l'orchestra mentre al pianoforte c'è Roberto Cominati, pianista ospite dei grandi Teatri di tutto il mondo.
Il programma: il concerto parte con "Pavane pour une infante défunte", si tratta della Pavane, una danza di corte molto diffusa tra la fine del Cinquecento e il Seicento: qui Ravel ne fornisce una versione che presenta tutta la solennità della corte del Re Sole. L’organico orchestrale è ridotto, archi, legni e due ingredienti fondamentali per il sapore del brano: il corno e l’arpa.
Segue il "Concerto in Sol" per pianoforte e orchestra e poi "Ma mère l’Oye", un altro esempio di come Ravel parte da una composizione per pianoforte e procede poi a orchestrarla.
Chiude concerto il "Boléro", composto nel 1928 durante una breve vacanza marittima a Saint-Jean-de-Luz: un ritmo incalzante e costante e una melodia di sedici misure che si ripetono incessanti, prima passando da uno strumento all’altro, poi provando combinazioni di strumenti. Inizia il flauto, poi clarinetto, fagotto, via via tutti i legni, infine gli archi. Sarà la sua opera più celebre.
Gabriele Ferro, direttore musicale del Teatro Massimo, dirige l'orchestra mentre al pianoforte c'è Roberto Cominati, pianista ospite dei grandi Teatri di tutto il mondo.
Il programma: il concerto parte con "Pavane pour une infante défunte", si tratta della Pavane, una danza di corte molto diffusa tra la fine del Cinquecento e il Seicento: qui Ravel ne fornisce una versione che presenta tutta la solennità della corte del Re Sole. L’organico orchestrale è ridotto, archi, legni e due ingredienti fondamentali per il sapore del brano: il corno e l’arpa.
Segue il "Concerto in Sol" per pianoforte e orchestra e poi "Ma mère l’Oye", un altro esempio di come Ravel parte da una composizione per pianoforte e procede poi a orchestrarla.
Chiude concerto il "Boléro", composto nel 1928 durante una breve vacanza marittima a Saint-Jean-de-Luz: un ritmo incalzante e costante e una melodia di sedici misure che si ripetono incessanti, prima passando da uno strumento all’altro, poi provando combinazioni di strumenti. Inizia il flauto, poi clarinetto, fagotto, via via tutti i legni, infine gli archi. Sarà la sua opera più celebre.
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