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Basilica di San Francesco d'Assisi

Indirizzo
Via del Parlamento 32
90133 Palermo - Vedi mappa
Visite
Tutti i giorni, ore 8.30-11.30 e 16-18
Ingresso
Ingresso gratuito
Telefono
091.6162819
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La redazione

La Basilica di San Francesco d’Assisi è ubicata vicino al celebre mercato della Vucciria e ricopre un ruolo importante nella cultura religiosa palermitana.

In essa, infatti, risiede il simulacro dell'Immacolata Concezione, a cui il sindaco, durante la festa dell'8 dicembre, compie secondo la tradizionale l'offerta di trenta scudi d’argento, legge il giuramento di fedeltà e la supplica con la quale chiede la protezione della Beata Vergine per l’intera città. Il simulacro viene poi condotto in processione fino alla Cattedrale passando per le vie del centro. Continui rifacimenti giustificano la complessità e la varietà dei motiivi artistici della basilica.

L'origine della costruzione risale al 1266 circa. Nel 1302 fu eretto il grande portale, ma l'edificio mancava di cappelle e nei muri esterni delle navate laterali si trovavano ricche bifore gotiche, delle quali rimangono alcune tracce. Nei secoli XIV e XV vennero edificate alcune cappelle in stile gotico e rinascimentale, e artisti di rilievo quali Domenico Gagini e Francesco Laurana introdussero in questa sede le prime opere di scuola rinascimentale a Palermo. 

Nel corso del cinquecento venne sostituita la copertura a tetto ligneo con volte a crociera e venne demolita l'originaria abside per allungare il presbiterio. All'età barocca risalgono gli stucchi e gli affreschi di Pietro Novelli e Gerardo Astorino, mentre alla destra del presbiterio venne edificata la cappella dell'Immacolata; al settecento risalgono i pilastri con le statue delle Virtù di Giacomo Serpotta. Colpita dal terremoto del 1823, la chiesa fu restaurata secondo il gusto neoclassico e gli archi ogivali furono trasformati in archi romani.

Dopo i gravissimi danni conseguenti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, un profondo lavoro di restauro ha restituito alla chiesa parte del suo aspetto originario duecentesco. Nella cappella di San Giuseppe si trova un altorilievo con San Giorgio che uccide il drago, realizzato nel 1526 da Antonello Gagini.