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Trasforma il filo in tessuto e storia: chi è Tiziana Nicotra, la "Penelope" di Sicilia

Vi raccontiamo una storia di intrecci e di trame che hanno cambiato la vita di Tiziana Nicotra, una delle Penelopi che ancora resistono nel cuore della Sicilia

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 26 gennaio 2023

Tiziana Nicotra

Questa è una storia di intrecci anzi di trame, quella di Tiziana Nicotra, la protagonista del "tessuto" di questa storia. Lei è una delle tessitrici che trasforma i filati in elementi preziosi.

Con lei abbiamo parlato di un mondo meraviglioso un viaggio tra tradizioni, arazzi, tappeti, colori, filati, incontri e ricordi di famiglia.

Siamo nella Sicilia lontana dallo stereotipo delle coste, nel cuore dell'entroterra collinare, in quella che era - secondo Idrisi il geografo arabo di Ruggero II - sul Monte Gibil Gabel l'antico villaggio sicano riferendosi alle donne di Nissa.

E da qui il temine "Qalat-an-Nisa", cioè "Il castello delle donne" della quale è derivata l’odierna denominazione di Caltanissetta. I miti sono sempre misteriosi e affascinanti. Pensate voi che coincidenza.

Sì, perché l'arte della tessitura siciliana è una storia che si intreccia con quella del territorio da secoli. Quella che Tiziana racconta è la sua ma anche quella di un'arte atavica.
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La tessitura ha radici antichissime e al di là della tipicità del lavoro ha un valore culturale e sociale che rappresenta un patrimonio antropologico lungo millenni, una attività possiamo dire nata con l'uomo quando ha capito cosa poteva ricavare da un'altra attività che aveva iniziato a praticare: la pastorizia.

L'archeologia racconta di primi telai rudimentali già dal neolitico quindi è come se un lunghissimo filo non si fosse mai interrotto e arrivato fino ai nostri giorni".

Certo oggi i telai sono meccanici, ma dalla loro scoperta le popolazioni hanno avuto addosso di che vestirsi e come arredare le abitazioni, produrre corredi preziosi e tessere veri capolavori di valore inestimabile, oltre a tutto quello che era necessario per vivere. Insieme alla filatura della lana, la tessitura è davvero avvolta alle radici della civilizzazione.

«Sono cresciuta in una famiglia ed un ambiente di ricamatrici ed artigianato». La sua famiglia originaria di Catania e trapiantata a Caltanissetta, «mia madre ha sempre ricamato, cucito e lavorato a maglia, ho passato l'infanzia tra telai di ricamo e corredi coltivando il gusto del creare con le mani».

«Ho frequentato un corso professionale di Tessitura e qui l'incontro con Patrizia Giunta,tessitrice diplomata esperta nello sviluppo di armature che mi ha aiutata a decodificare le armature di Tappeti e Bisacce delle Madonie attraverso uno studio storico».

Oggi si dedica alla progettazione e allo studio costante e alla ricerca immersa in libri e collegata alla rete, per recuperare tutte le tipologie di intreccio storico ed implementare la tecnica.

La sua produzione con i telai manuali è quella di tessuti realizzati seguendo la tradizione siciliana.

Praticare la tessitura per me non è soltanto una attività creativa, è un momento di grande concentrazione che mi regala una soddisfazione interiore simile alla felicità.

Vedere il lavoro crescere tra le mie mani e da questo trasformare il tessuto in stole o in borse o in altri accessori di abbigliamento come di arredo, alla fine mi riempie di gioia!”

Una passione che richiede impegno, tempo, pazienza e dedizione per interpretare la sicilianità in modo tradizionale e nuovo.

La tessitura è come una armonia tra i fili e la tessitrice, un tutt'uno che lavora allo stesso ritmo, un ritmo sonoro fatto del battere del pettine, del passaggio della spola, dei licci che tintinnano e del battito del cuore. Ma al di là del valore storico, la Tessitura può avere oggi un valore autenticamente economico?

Certamente si, se la riportassimo all'antico regime storico diventerebbe una fonte economica di risorsa per il comparto tessile quasi scomparso e che in Sicilia era, invece, fiorente e ambito soprattutto per la preziosità e l'abilità dei tessitori, pensiamo solo ai Broccati in seta di Messina.

Trasformare l'artigianato in economia dovrebbe essere un passaggio obbligato, fonte di posti di lavoro non solo patrimonio da recuperare, un vero bacino di professionalità che potrebbe valorizzare ed esaltare le tradizioni socio culturali e le tipicità della regione, in particolare nei luoghi dove viene praticata e si potrebbe creare un autentico sviluppo che sia un futuro duraturo nel tempo.

«Investire sulle attività artigianali e sviluppare la partecipazione da parte di nuove maestranze formate significa attivare un indotto importante che coinvolge non soltanto il segmento manifatturiero ma anche quello turistico.

La tessitura potrebbe generare benessere anche nelle categorie svantaggiate, un concetto di inclusione sociale che aprirebbe laboratori di tessitura per categoria diverse che potrebbero beneficiare in termini umani e creativi».

E lei divulga anche on-line, con la pandemia è nata l'esigenza di trovare spazi per reagire alla chiusura forzata, che si è trasformata in un tempo nuovo che ha originato cambiamenti non da poco conto. In questo mondo di intrecci dentro una rete fitta di contatti transnazionali, Tiziana è parte di una comunità che si scambia continuamente idee e vite, intrecci preziosi di amicizia e lavoro.

Alla fine la tessitura è un po’ la metafora della vita.
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