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È il più piccolo della provincia di Trapani: dov'è il borgo in cui si lanciano i "cucciddati"

Una meta perfetta per chi desidera trascorrere qualche ora di relax, grazie a uno degli spettacoli naturali più affascinanti che offre ai suoi visitatori scorci unici

Jana Cardinale
Giornalista
  • 5 maggio 2024

Il borgo di Vita in festa

È il più piccolo comune, per estensione, della provincia di Trapani e il secondo, dopo Erice, per altitudine.

Vita, che sorge al confine con Salemi e Calatafimi Segesta, è stato fondato nel 1607 dal barone Vito Sicomo, da cui prende il nome. Nel 1968 è stato colpito dal terremoto, che ha portato importanti cambiamenti dal punto di vista sociale, culturale ed edilizio.

Il Comune negli atti e nel sigillo ha come suo segno distintivo lo stemma raffigurante un "Leone rampante su albero di sicomoro con corona baronale sovrastante, il tutto poggiante su sei lance arazzate e disposte a raggiera".

Il paese, nel mese di maggio, è in fermento per l’avvicinarsi della sua attrattiva principale, che è la Festa della Madonna di Tagliavia, evento che si svolge in occasione dell’Ascensione.

Una peculiarità della festa consiste nella tradizionale sfilata dei ceti per le vie principali del paese: i "tamburinara", il gruppo folkloristico "Sicilia Bedda’", i "Carritteri", i "Cavallari", i "Viticoltori", i "Burgisi", i "Deputati", i "Massari", con il Carro dell’Abbondanza.
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È un momento di ringraziamento alla Madonna di Tagliavia per il raccolto agricolo e raggiunge il suo momento culminante durante la Processione Solenne. La manifestazione si celebra ogni anno quaranta giorni dopo la Pasqua e prima della Pentecoste, come espressione della devozione e della fede semplice di tutto il popolo vitese.

Le sue origini risalgono al secolo scorso quando, per la festività dell'Ascensione, i contadini conducevano il proprio bestiame al Santuario di Tagliavia, a Corleone, per ottenere la benedizione degli animali. Da lì si tornava carichi di devozione, con delle immagini sacre e tanti buoni propositi.

Qua e là, nelle abitazioni di Vita, venivano costruite piccole nicchie votive alla Madonna del Rosario, ma la devozione, in qualche modo ancora sotterranea, per quanto abbastanza diffusa, divenne grandiosa, pubblica e solenne a seguito di un miracolo ricevuto da un certo Giuseppe Perricone il quale, guarito a un braccio paralizzato, costruì alla Madonna di Tagliavia una vera cappella che fu successivamente ampliata, fino a diventare l'attuale chiesa di Tagliavia.

Dalla fine del secolo scorso iniziarono a Vita grandiosi festeggiamenti religiosi, intrisi anche di forti connotazioni folcloristiche.

Ogni anno con le loro generose offerte i fedeli partecipano attivamente alla preparazione della festa e cercano di fare in modo che si tributi alla loro Madre un omaggio degno della riconoscenza che le devono per le grazie ricevute.

A parte i motivi prettamente religiosi, già di per sé suggestivi come la messa di mezzanotte, la benedizione mattutina degli animali, i pellegrinaggi, la processione, la natura degli altri festeggiamenti dà luogo a una delle manifestazioni più genuine del folklore siciliano. Un momento magico è in programma nel pomeriggio, quando si svolge il Corteo dell'Abbondanza.

Una sfilata per le vie del paese di cavalcature e carri addobbati per il tradizionale omaggio a Maria SS. di Tagliavia, offerto dai Ceti dei ‘Pecorai’, ‘Cavallari’, ‘Viticoltori’, ‘Burgisi’, ‘Massarioti’, e dalla "Deputazione".

Poi una "Sfilata della Carrozza" trainata dai buoi con la distribuzione dei "Cucciddati", il pane della festa detto anche ‘pani di la Carrozza’, cioè l'elemento più sacro, più tradizionale e più importante.

Non ci può essere "sfilata" senza la Carrozza, e perciò senza il pane. Con alcuni esemplari più grossi si ornano gli angoli di tutti i carri. La sua lavorazione zigzagata ricorda i solchi della terra dopo l'aratura.

Per alcune ore si è immersi in un'atmosfera davvero atavica, che esalta l’anima di tutto il popolo: sui balconi assiepati e per le strade affollate da migliaia di turisti, vengono lanciate allegramente buste di vino e di olive, confetti, nocciole, caramelle.

È la festa dell’Abbondanza, ma anche l’espressione del ringraziamento per il raccolto agricolo, con incluse chiare finalità propiziatorie.

«La festa della Madonna di Tagliavia, da sempre ha rappresentato la più alta espressione della cultura e dell’identità religiosa della nostra comunità vitese – dice il sindaco Giuseppe Riserbato -. Bisogna mantenere vive tutte le tradizioni locali e le radici culturali che rafforzano il senso della comunità. Queste manifestazioni vanno mantenute e valorizzate nel tempo».

La grande festa è in programma il 12 maggio, quando ceti, devoti e visitatori affolleranno il paese per la ricorrenza che affonda le sue origini in un passato davvero lontano. Una solenne giornata di festa che unisce il paese in un rituale scenografico che appassiona i vitesi e meraviglia i visitatori per la sua spettacolarità e per l’euforia che si respira in ogni angolo.

La festa ha una lunga preparazione che inizia mesi prima.

Quasi tutte le sere i vitesi, con laboriosità e grande senso di comunità, si riuniscono per confezionare tutto quello che verrà distribuito ai turisti. Un’aggregazione sociale che si svolge in un clima di amicizia, convivialità e divertimento e che rispecchia lo spirito identitario dei vitesi e che coinvolge anche i Comuni limitrofi.

Sessanta quintali di pane in 20.000 sacchetti di "cucciddati", 2000 litri di vino in 100.000 bottigliette, 60 quintali di noccioline e caramelle in 250.000 sacchetti, 10 quintali di olive in 100.000 sacchetti. Questi sono i prodotti che saranno lanciati dai carri per la festa sontuosa che si preannuncia esaltante.

I festeggiamenti iniziano alle 7.00 con l’alborata, sparo di mortaretti e scampanio dei sacri bronzi. Proseguono alle 8.30 con la benedizione degli animali che partecipano alla festa e alle 11.00 si svolge la celebrazione eucaristica officiata dal Vescovo.

Come da tradizione poi entreranno in scena i "ceti", protagonisti della festa. Cavallari, Burgisi, Viticoltori e Massari alle ore 15 inizieranno la sfilata con cavalcature e carri addobbati che si snoderà per le vie di Vita. Alle ore 21.30 si svolge la processione e a mezzanotte si chiuderanno i festeggiamenti con lo spettacolo piromusicale in Piazza Luigi Pirandello.

Di grande attrattiva in città è anche la chiesa San Francesco D’Assisi, il più antico luogo di culto del Comune, edificato nel 1619 dal barone Vito Sicomo; poi ancora Palazzo Daidone, uno degli edifici più preziosi del Comune, che rappresenta una decisiva espressione urbana della locale borghesia terriera, e la Fontana Acquanova, dotata di una cabina serbatoio che garantisce la raccolta e la redistribuzione dell’acqua.

Caratteristico è stato anche il Festival Internazionale del Folklore, evento culturale che coinvolge gruppi folkloristici provenienti da diversi Paesi del mondo che si esibiscono nelle danze tipiche, nel mese di agosto. Che si tratti di escursioni o uscite in bicicletta, poi, nei dintorni di Vita esistono molti luoghi da visitare.

E tra queste, l’attività principale è sicuramente ammirare il paesaggio dal Monte Baronia e immerso nella natura incontaminata si trova anche il Bosco della Baronia, a circa 6 km di distanza dal centro del paese.

Una meta perfetta per chi desidera trascorrere qualche ora di relax, grazie a uno degli spettacoli naturali più affascinanti, capace di offrire ai suoi visitatori scorci unici, ricchi di tante specie vegetali come querce e cedri, rosa canina, biancospino, il piccolo alloro dei boschi.

Tra le moltissime attrazioni del Bosco della Baronia, c’è anche l’antica Neviera, un tempo utilizzata per la raccolta di neve e ghiaccio e oggi divenuta laghetto artificiale.
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