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Teatro Libero, la vicenda di un marito smarrito e cornuto

Divertente e amara la vicenda in scena teatro Libero di Palermo: "Il marito smarrito" di Filippo Renda invita il pubblico a riflettere sul peso delle scelte sbagliate prese

Balarm
La redazione
  • 9 dicembre 2013

Infrastrutture sociali dure a cedere, matrimoni d'interesse, tradimenti, ribellioni e la beffa: sono questi i temi cardine de' "Il marito smarrito" per la regia e drammaturgia di Filippo Renda, portato in scena da Pier Paolo D’Alessandro, Matthieu Pastore, Laura Serena, Simone Tangolo e Anahì Traversi, dal 12 al 14 dicembre alle ore 21.15, al Teatro Libero di Palermo.

Lo spettacolo, tratto dall'opera di Molière “George Dandin”, è una coproduzione Idiot Savant/Ludwig con Teatro Libero di Palermo e invita il pubblico a sorridere delle vicende che travolgono il protagonista della pièce, che altro non sono se non il riflesso delle scelte sbagliate prese.

Giorgio Dandini, un villico ricco e onesto, ma anche geloso e permaloso, ha sposato Angelica di Sotenville, figlia di nobili genitori decaduti ma molto legati alla casta. Il matrimonio non è stato una scelta comune, ma una trattativa tra i genitori e l’imprenditore agricolo, che hanno scambiato il lustro della nobiltà con il denaro sonante. Così Angelica, insoddisfatta della sovrastruttura parentale, cederà alle lusinghe di Clitandro, signorotto delle zone vicine, cafone e pieno di “fascino animale”.

Con questo duplice tradimento (al marito e alla famiglia) la ragazza spera di dar sfogo al proprio atavico bisogno di libertà. Anzi, proverà perfino a girare a suo favore le norme del buon vivere, potendo così beffare e liberarsi dalle gabbie sociali che le tarpano le ali. Ma queste sono di un acciaio infrangibile.

Comunque a rimanere assoluta vittima di tutti, padroni e servi, a venire umiliato, deriso e calpestato, sarà il povero Dandini, che non riuscirà a prendersi la minima soddisfazione neanche davanti all’evidenza più ineccepibile. Cornuto e smarrito. Lo spettacolo costituisce il secondo capitolo della “Trilogia dei Tradimenti”, già iniziata con "Shitz".

75 minuti di sorrisi che, però, nascondono un retrogusto un po' amaro offrendo, anche, diversi spunti di riflessione e, in primis: abbracciare il matrimonio non come volontà animata dai sentimenti ma come si trattasse di una trattativa giustifica il tradimento? Eppure riecheggiano le parole dello stesso Molière: L'avete voluto voi, l'avete voluto voi, Giorgio Dandini, l'avete voluto voi!

Il costo del biglietto è di 16 euro (intero) e 11 euro (ridotto under 25) e può essere acquistato al botteghino del teatro dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20; nei giorni di spettacolo dalle 19 in poi. È, inoltre, possibile usufruire di uno sconto del 10% per la sera della prima presentando le carte ModusCard, Carta Più Feltrinelli, Touring Club e Ideanet. È necessaria la prenotazione telefonica allo 091.6174040. Per maggiori informazioni consultare il sito web del teatro Libero.

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