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Palermo e i colori dell'anima: per la città una bandiera fatta di verde, giallo e blu

Il rosanero della maglia di calcio è una bel contrasto che ci rispecchia, ma ecco anche i colori che potrebbero formare la bandiera più intima che scava fra i pezzi della città

  • 23 gennaio 2020

Monte Pellegrino visto dal Foro italico

La bandiera del Palermo è rosa-nero. Un abbinamento piuttosto insolito che solo la città di Palermo poteva avere. Ma se potessi scegliere i colori della bandiera palermitana, quali sceglieresti? La mia bandiera, ad esempio, avrebbe questi tre colori: alla base il verde, al centro il giallo ed al vertice l’azzurro.

Il verde perché, non solo quando arriva la primavera, ci sono angoli che si tingono di quel colore in ogni dove. Penso alla salita di Monte Pellegrino, al Parco della Favorita che in tutta la sua lunghezza risplende di rigogliosi alberi, forti, imponenti e vivi.

Verde è il colore del Foro italico e penso a i bambini di diverse etnie che ogni giorno vi giocano sopra. Verdi diventano tutte le montagne della città e anche se spesso non ci facciamo caso, le montagne sono fondamentali. Se vi capita di visitare una città senza montagne, sicuramente ci farete caso che vi manca qualcosa. Vi interrogherete a lungo su cosa sia a mancare in quella città, ed al 99,9 % non trovate monte pellegrino.
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Il giallo è forse il colore della città che preferisco e non è per i limoni di Sicilia. Mi riferisco a quel particolare tipo di giallo che caratterizza quegli splendidi lampioni in stile liberty che abbiamo in via Libertà e non solo. Tutte le luci della città sono gialle. Quando si passeggia per le strade di Palermo, la sera. Quando il sole sta per tramontare. Quando la città, piano piano, inizia a spegnersi ed è pronta per andare a casa. Ecco che la città si riaccende, dolcemente, sprigionando una luce fioca nell’aspetto ma intensa nel contenuto.

Le luci della città si tingono di un giallo mite, sereno. Tutte le stradine della città, i vicoli più angusti, si tingono di giallo. La sensazione che dona questa illuminazione, è quella di una mamma che lascia la luce accesa al suo bambino che ha paura del buio. Di una stanza di lettura. Come se fossero le luci di una biblioteca, al calar della sera. Le luci della stanza da letto, quando ci si sveglia presto ed il sole ancora deve sorgere e noi ancora ci dobbiamo svegliare. Con calma ovviamente.

È anche la luce che accendi quando vuoi far l’amore e quel “vedo non vedo” è perfetto nella camera da letto. Altre volte mi sembra che sia la luce del mistero, come se i monumenti e la storia della città non si volessero svelare del tutto al calar della sera e ti chiede di attendere l’indomani mattina per guardarla con tutto il suo splendore.

Perché, in fondo, Palermo è questa. È un giro tra i vicoli. Tra colori, luci, profumi, sapori, sguardi e pietre irregolari. Passeggiando per le vie del centro, entri in casa delle persone, senti i loro discorsi, le loro risate ed ogni litigio. Se chiudo gli occhi, e passeggio per il centro storico, immediatamente immagino un vicolo giallo.

Il venerdì ed il sabato sera a piazza Sant’Anna. Riuscireste davvero ad immaginare quella piazza con delle fredde luci bianche? O ancora Piazza pretoria con le sue fontane. Impossibile.

Infine, abbiamo l’azzurro e, com’è ovvio, il perché è abbastanza intuitivo. Cielo azzurro e acqua salata di certo non ci mancano. Li potremmo vendere a peso e diventare ricchi se solo si potesse. È questo il motivo per il quale i palermitani son quasi tutti metereopatici. Non ci sono abituati a vedere un cielo grigio e non poter andare a sentire lo scruscio del mare ogni volta che lo desiderano. Questo è uno dei motivi per il quale il palermitano espatriato al nord, ogni volta che scende giù, per prima cosa sta con il naso all’insù.
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