TEATRO E CABARET
HomeEventiTeatro E Cabaret

"Vite senza fine. Storie operaie del nostro tempo" al Museo delle Marionette

  • XXXIX Festival di Morgana
  • Museo delle Marionette Antonio Pasqualino - Palermo
  • - Palermo
  • Dal 21 al 22 novembre 2014 (evento concluso)
  • 21.15
  • 10 euro (intero), 8 euro (ridotto)
  • Prenotazione consigliata al numero 091.328060

I due spettacoli "Vite senza fine. Storie operaie del nostro tempo" e "Lumi dall’alto. Corse clandestine in città", si inseriscono nell’ambito di un percorso di sperimentazione sul teatro di figura che trova spunta nelle storie della città di Mestre, del Villaggio San Marco e del Petrolchimico: a partire dai moti del 1848 gli spettacoli attraversano la storia della città dal Risorgimento allo sviluppo industriale fino all’immigrazione dei giorni nostri.

In "Vite senza fine. Storie operaie del nostro tempo" Gigio Brunello racconta la storia di un posto vero, di nomi e cognomi, e “di conoscenze tecniche, della manualità, della capacità inventiva e artigianale degli operai di Porto Marghera del secolo scorso...” Il turnista, il meccanico, il postino, l’infermiera, il maresciallo, l’elettricista, il prete, l’ingegnere: vite di paese, forse anche da strapaese, ma che si intersecano l’una con l’altra in un clima perso nel tempo di quando ci si conosceva un po’ tutti.

Adv
Non soltanto la comunità fatta di relazione e scambio, ma anche il racconto dell’importanza del lavoro pratico, manuale: elegia di un mondo analogico, antecedente e opposto al digitale, in cui la risoluzione di un problema significava “smontare-aggiustare-rimontare”. Sopra un lungo tavolo, simile a quelli delle feste popolari, è immaginato un quartiere operaio di Mestre con le sue case, la chiesa, il filare di pioppi e gli abitanti che appaiono come statuine di un presepio laico.

“Teatro degli oggetti” in cui pupazzi, modellini delle case, della chiesa, degli alberi vengono animati, dai movimenti alla voce, da Gigio Brunello. La tovaglia di carta, realizzata con un foglio di quaderno disseminato di calcoli, scarabocchi e schizzi preparatori, funge da piazzale asfaltato ed è allo stesso tempo lo schermo del cinema all’aperto. Il risultato è uno spettacolo incantevole che, senza note di nostalgia, ci fa immergere nella delicata poesia di quel micromondo.

COSA C'È DA FARE