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La Quinta Sinfonia e il Quinto Concerto di Beethoven al teatro Massimo

  • Teatro Massimo - Palermo
  • - Palermo
  • 28 marzo 2015 (evento concluso)
  • 20.30
  • da 25 a 10 euro

Sono tra i capolavori di Beethoven e tra le pagine immortali della storia della musica occidentale. Sono il Quinto Concerto di Beethoven per pianoforte e orchestra, “Imperatore”, e la Quinta Sinfonia, la “Sinfonia del destino”, che  sabato 28 marzo alle 20.30, saranno protagonisti al Teatro Massimo di Palermo con esecutori d’eccezione, quarto appuntamento del ciclo che il Teatro sta dedicando al compositore.

Il pianista, Jean-Efflam Bavouzet, è considerato dalla critica internazionale tra i più interessanti dello scenario contemporaneo. Vincitore del prestigioso Gramophone Awards 2014 proprio nella categoria concerto per pianoforte e orchestra, più volte Artista dell'Anno per prestigiose riviste quali International Classical Music Awards, Diapason e Gramophone. Il direttore, Daniel Cohen, è stato assistente principale di Gustavo Dudamel alla Los Angeles Philarmonic e assistente a Lucerna di Pierre Boulez e di Daniel Baremboim alla West-Eastern Diwan Orchestra, la famosa Orchestra composta di artisti israeliani e mediorientali. È stato appena nominato direttore stabile della prestigiosa Deutsche Oper di Berlino. Il Concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 73 “Imperatore” composto nel 1809, è dedicato all’arciduca Rodolfo d’Asburgo, al quale Beethoven aveva già dedicato il precedente Concerto n. 4. Il titolo “Imperatore” fu imposto al Concerto dal pianista Cramer. Secondo Giorgio Pestelli «si presenta come un riassunto del “Concerto pianistico beethoveniano”, un riassunto che ne contempla la vicenda da un punto di vista superiore, dove i soggetti e i drammi, per quanto veementi, emergono come frammenti, ricordi, e subito vengono relativizzati da commenti e diversioni di esperienze diverse».

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La Sinfonia n. 5 in Do minore op. 67, composta tra il 1807 e il 1808, è tra i brani più presenti nell’immaginario popolare: i drammatici accordi con i quali si apre – tre note velocemente ribattute che cadono una terza sotto per il quarto accordo, il tutto immediatamente ripetuto una seconda volta un tono più sotto – rappresenterebbero, nelle parole dello stesso Beethoven, “il destino che bussa alla porta”. Il destino, nel caso di Beethoven, era la sordità che lo isolava sempre più dalla società e dal suo pubblico, ostacolandolo nella composizione e impedendogli di eseguire in pubblico le proprie opere.

Infatti Beethoven non eseguì mai al pianoforte il Concerto n. 5 in pubblico, diversamente da quanto aveva fatto con gli altri concerti, proprio perché non era più in grado di suonare insieme all’orchestra. In programma domani sera anche la Cantata in Re maggiore per coro e orchestra op. 112, basata sule due poesie scritte da Goethe, Meeresstille e Glückliche Fahrt, (Calma di mare e Viaggio felice) pubblicate insieme da Schiller nell’Almanacco delle Muse del 1796. Beethoven compose la Cantata nel 1815, e inviò subito la partitura a Goethe, per il quale nutriva una profonda ammirazione. Sentimento che purtroppo non era ricambiato: le annotazioni di Goethe che riguardano Beethoven non riconoscono la genialità del compositore.

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