"Il casellante": sul palco del Biondo il racconto di Andrea Camilleri
Arriva la guerra in Italia, nel 1940. Ma Nino non se ne cura, perché, per via di un incidente sul lavoro, non andrà al fronte: il suo posto è alla sorveglianza di un casello ferroviario, dentro una casetta gialla. E proprio fra la casetta e il casello si svolge la sua vita, raccontata nello spettacolo omonimo che va in scena al Teatro Biondo di Palermo da martedì 7 marzo.
Ambientato nella più contradditoria Sicilia, terra di metafore e tradizioni, "Il casellante" è uno spettacolo basato sul romanzo di Andrea Camilleri con la regia Giuseppe Dipasquale e racconta una vicenda sospesa tra mito e storia, che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica.
Lo spettacolo, con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine, racconta del casellante Nino, che vive con Minica, modestamente, accanto a un pozzo e a un ulivo saraceno, durante gli ultimi anni del fascismo.
Nino Si diletta a suonare il mandolino e accoglie di buon grado persino i soldati che bussano alla sua porta, dandogli cibo e ristoro. Questo, però, non basta a ricompensarlo: sul finire del regime i soldati diventano più cattivi.
Una notte, mentre Nino è in carcere, colpevole di avere ridotto le canzoni fasciste a marce e mazurche con chitarra e mandolino, un tragico evento sconvolge la vita di Minica.
Ma le cose non sono come sembrano, e Nino lo impara sulla sua pelle, fra dolori, colpi di scena e una tentata metamorfosi.
Giorni e orari: Lo spettacolo andrà in scena martedì 7, venerdì 10 e sabato 11 marzo alle ore 21 e mercoledì 8, giovedì 9 e sabato 11 marzo alle 17.30.
Ambientato nella più contradditoria Sicilia, terra di metafore e tradizioni, "Il casellante" è uno spettacolo basato sul romanzo di Andrea Camilleri con la regia Giuseppe Dipasquale e racconta una vicenda sospesa tra mito e storia, che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica.
Lo spettacolo, con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine, racconta del casellante Nino, che vive con Minica, modestamente, accanto a un pozzo e a un ulivo saraceno, durante gli ultimi anni del fascismo.
Nino Si diletta a suonare il mandolino e accoglie di buon grado persino i soldati che bussano alla sua porta, dandogli cibo e ristoro. Questo, però, non basta a ricompensarlo: sul finire del regime i soldati diventano più cattivi.
Una notte, mentre Nino è in carcere, colpevole di avere ridotto le canzoni fasciste a marce e mazurche con chitarra e mandolino, un tragico evento sconvolge la vita di Minica.
Ma le cose non sono come sembrano, e Nino lo impara sulla sua pelle, fra dolori, colpi di scena e una tentata metamorfosi.
Giorni e orari: Lo spettacolo andrà in scena martedì 7, venerdì 10 e sabato 11 marzo alle ore 21 e mercoledì 8, giovedì 9 e sabato 11 marzo alle 17.30.
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