Le "Invasioni" di Monica Felloni e Mustafa Sabbagh al Politeama Garibaldi
Corpi, cuori, anime: per "Bam - Biennale Arcipelago Mediterraneo" l'appuntamento è lunedì 27 febbraio alle ore 20.30 al Politeama Garibaldi di Palermo per "Invasioni", spettacolo dedicato all'artista e fotografo Mustafa Sabbagh.
Un appuntamento dedicato a tutti quei corpi donati dalla vita, aggrappati ad una fune come un neonato al cordone. Non importa la forma, è il cuore che deve battere, che vuole battere. Ed il cuore batte forte, fortissimo fin dalla prima scena dell'opera firmata da Monica Felloni per NèonTeatro.
Parte tutto dal cuore: quello sull'avambraccio di Mustafa Sabbagh, l'avambraccio che gli permette di quella macchina fotografica che lo ha reso uno dei 100 fotografi più influenti al mondo e uno dei 40 ritrattisti di nudo (unico fra gli italiani) più rilevanti su scala internazionale.
NèonTeatro e Sabbagh si uniscono per fare della diversità la normalità: il Teatro serve a mostrare ciò che fino a quel momento è invisibile. Corpi amalgamati, corpi che danzano, corpi che cantano, corpi che recitano, corpi che si muovono.
La diversità è un guscio estetico, fisico, anagrafico, cromatico. Così la carrozzella è un prolungamento, non una barriera; così devi ascoltare la voce di chi non può correre, perché corrono le sue note; così l'umanità si manifesta nell'essenza del suo splendore, mentre le foto di Sabbagh affermano, condividono, denunciano.
Un appuntamento dedicato a tutti quei corpi donati dalla vita, aggrappati ad una fune come un neonato al cordone. Non importa la forma, è il cuore che deve battere, che vuole battere. Ed il cuore batte forte, fortissimo fin dalla prima scena dell'opera firmata da Monica Felloni per NèonTeatro.
Parte tutto dal cuore: quello sull'avambraccio di Mustafa Sabbagh, l'avambraccio che gli permette di quella macchina fotografica che lo ha reso uno dei 100 fotografi più influenti al mondo e uno dei 40 ritrattisti di nudo (unico fra gli italiani) più rilevanti su scala internazionale.
NèonTeatro e Sabbagh si uniscono per fare della diversità la normalità: il Teatro serve a mostrare ciò che fino a quel momento è invisibile. Corpi amalgamati, corpi che danzano, corpi che cantano, corpi che recitano, corpi che si muovono.
La diversità è un guscio estetico, fisico, anagrafico, cromatico. Così la carrozzella è un prolungamento, non una barriera; così devi ascoltare la voce di chi non può correre, perché corrono le sue note; così l'umanità si manifesta nell'essenza del suo splendore, mentre le foto di Sabbagh affermano, condividono, denunciano.
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