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Alberi, fiori in movimento e boschi artificiali: a Palermo l'arte riscrive la Natura

Una "Foresta Urbana" a Palermo ideale e simbolica per raccontare mondi e visioni provenienti da vari continenti: venti artisti in mostra a Museo Riso e in piazza Bologni

  • 9 novembre 2018

"Grotesque" di Francesco De Grandi (particolare)

Una foresta urbana, ideale e simbolica per raccontare mondi e visioni provenienti da vari continenti. È "Urban Forest", la mostra curata da Paolo Falcone, promossa e realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, e progettata dal Polo Museale d'Arte Moderna e Contemporanea.

Fino al 20 gennaio tra le sale del Museo (aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 20 e dal giovedì al sabato fino alle 24, ingresso 6 euro) e in piazza Bologni (fruizione gratuita) si snoda un percorso espositivo che è anche un circuito, concepito per mettere in dialogo l'istituzione museale con la città, offrendo una nuova narrazione sul tema della relazione tra uomo e natura.

Su questo campo di analisi, da sempre cruciale nella storia dell’arte, sono stati invitati a confrontarsi venti artisti, scelti dal curatore tra coloro per i quali l’interpretazione della natura è stata di fondamentale importanza nel costruire una personale rappresentazione della società contemporanea: Ai Weiwei, Francesco De Grandi, Olafur Eliasson, Bill Fontana, Goldschmied & Chiari, Ernesto Neto, Benedetto Pietromarchi, Tomás Saraceno, Astrid Seme, Conrad Shawcross, Luca Vitone, solo per citarne alcuni.
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Il percorso espositivo proposto e sviluppato tra il Museo e la piazza è quasi un laboratorio: qui sono messe a dimora opere d’arte realizzate con materiali e tecniche complesse.

C’è l’albero di Ai Weiwei, paladino della difese dell’ambiente, che per la sua battaglia in Cina paga con il carcere. C'è la scultura di Benedetto Pietromarchi realizzata con i tronchi d’albero recuperati nella splendida Villa Catalfamo dopo l’ultimo incendio che ne ha distrutto gran parte del bosco, e ancora la biodiversità del Brasile espressa dall’istallazione di Neto.

C'è anche un incontro tra natura e tecnologia nell’opera di Olafur Eliasson e una foresta sospesa e ricreata in una stanza del museo dal palermitano Francesco De Grandi.

In piazza infine c'è la palla argentea di Tomas Saraceno che si alza in volo ogni giorno, riflettendo la città di Palermo.

I lavori esposti sono opere-messaggio che raccontano come la foresta sia stata fortemente disturbata dall’azione e dall’attività del genere umano, rappresentando la comune e sentita esigenza di costruire un dialogo sempre più sincretico con la natura.

«Le opere in mostra sono dichiarazioni politiche che vedono gli artisti protagonisti di importanti processi legati ai principali fenomeni che colpiscono la società attuale ed ogni opera ne rappresenta il valore - spiega Falcone - uno scenario ed un processo».

«Una foresta di alberi e piante espressioni dell’arte - continua - dove il rapporto natura/cultura ne rappresenta il rinnovamento e la rinascita».

Ma Foresta Urbana è anche un luogo magico in cui potersi fermare nella contemplazione, fuggendo dall’omologazione che soffoca le diversità individuali e culturali dell’odierna società.
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