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Lascia Palermo a 4 anni ma non dimentica: Tom Fiore porta i canadesi nella (vera) Sicilia

Vive a Toronto ma ha dedicato la vita a far scoprire i lati meno conosciuti dell'isola, facendo vivere a chi viene qui un'esperienza a contatto con la gente. La sua storia

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 13 novembre 2022

Tom Fiore

Ci sono persone che partono dalla propria terra e ritornano quando possono e chi, invece, torna portandone altre con sé per farla scoprire, raccontarla e viverla come una esperienza indimenticabile.

E questo è quello che fa Tom Fiore, classe 1945 che ha come hobby -dice lui- quello di viaggiare per fare scoprire la Sicilia! Un accompagnatore turistico straordinario che a 77 anni, ha un carico di energia contagiosa da fare invidia al più rampante dei suoi colleghi giovani, una energia che si trasforma subito in empatia.

La sua è una storia che sembra uscita da una sceneggiatura da film: il nonno mugnaio di Altofonte macinava nel suo mulino il grano che proveniva dai coltivatori del territorio, il papà inizia a lavorare come rivenditore di prodotti agroalimentari ed emigra in America da dove inizia ad importare dalla Sicilia e dell’Italia il cibo che prevalentemente consumavano gli emigranti italiani.

Bambino lascia a soli 4 anni la sua Palermo al seguito della famiglia e dal Canada dove tutt’ora vive nella grande metropoli di Toronto, guarda alla Sicilia non solo come la sua terra d'origine per la quale ha un sentimento di orgoglio misto a nostalgia, ma con gli occhi di chi ha contezza di un patrimonio più unico che raro, un patrimonio di bellezza e di varie umanità e vuole farlo scoprire in tutta la sua originalità.
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Così alle piccole carovane che lo seguono viene offerta l’opportunità di conoscere accanto alle destinazioni più famose anche luoghi nascosti tra le pieghe di un territorio che si rivela in tutta la sua bellezza e cultura. Sono vere e proprie esperienze immersive che incuriosiscono, attraggono ed esaudiscono chi ha il desiderio di qualcosa che vada oltre il solo viaggio.

Una bellezza autentica e non replicabile altrove, fuori da ogni immagine stereotipata. l'entroterra e i piccoli luoghi poco frequentati, la sua è una ricerca di quella identità da mettere in evidenza offrendo ai suoi gruppi, piccoli e raccolti mai da pullman GT, delle vere e proprie occasioni di conoscenza e arricchimento.

Dal folclore alla cucina tipica, dai mercati alle aree archeologiche, dalle masserie ai boschi e alle coste arrivando fin sull'Etna, i suoi viaggi sono pianificati per lasciare un ricordo indimenticabile e straordinarie. Lo abbiamo incontrato nel suo ultimo itinerario qui ad ottobre dove partendo dalla sua amata e mai dimenticata Palermo proposta nei luoghi più emblematici, si è addentrato sulle Madonie per tre giorni tra trekking e incontri con pastori e persone locali - ricevendo anche un riconoscimento dal sindaco di Petralia Soprana in ringraziamento per le sue continue visite al borgo negli ultimi anni - per proseguire nell'entroterra, arrivare ad Agrigento e in altri luoghi simbolo e altri ancora semi nascosti.

«La Sicilia non è soltanto un posto da visitare ma da vivere in tutti i suoi aspetti, la nostra cultura è unica al mondo e il nostro patrimonio è davvero così vasto e ricco che è fuori dall'immaginazione di chi viene qui per la prima volta, che ne ha certamente una idea ma non ha contezza fino a quando non arriva a toccare con mano, assaporare o attraversarla. Quello che desidero ogni volta è che i miei visitatori possano vedere ma, soprattutto, capire dove si trovano, la nostra ricchezza del patrimonio e le nostre radici, le nostre usanze e il nostro modo di vivere.

Alla fine sai qual è la parola che ripetutamente sento per tutto il viaggio?! È "wow!" Per ogni cosa dal cibo al paesaggio, dai musei ai ristoranti tutto è “wow” per queste persone. La Sicilia è in Italia ma non è Italia, o meglio, non somiglia all'Italia perché è un posto unico che non trovi da nessuna altra parte».

E allora lui per confezionare questa esperienza che dura dall'arrivo alla partenza, si mette alla ricerca di persone che possano aiutarlo a realizzare il viaggio.

"È importante avere dei referenti che possano raccontare il territorio e farci incontrare gli artigiani, i pastori, gli artisti, ma anche le persone che quotidianamente vivono le piccole realtà rimaste intatte. Per me la relazione con le persone locali è importantissima, sono loro i custodi di un tesoro che raramente si trova da altre parti che posso far comprendere la Sicilia ma, soprattutto, i siciliani".

I miei visitatori si aspettano questo e anche no, mi piace organizzare delle vere e proprie sorprese come ad esempio fargli incontrare un gruppo folk che suona solo per loro senza che se lo aspettino!

Quali sono le esperienze che entusiasmano di più? "Quelle con le persone lasciano il segno sempre: ad esempio camminare nei boschi con una guida che gli racconti e gli faccia scoprire la biodiversità tra fauna e flora ma anche la storia locale, oppure il pastore che mostra come si fanno i formaggi ma anche intrattiene con aneddoti sulla vita pastorale, il cuoco del ristorante che racconta i prodotti tipici come gli artigiani... insomma il contatto umano, il calore che noi sappiamo trasmettere!".

Alla fine chiudiamo con una nota che racconta qualcosa di già sentito ma vero: quando sei stato un emigrante della mia età, in un certo qual modo eri riconosciuto come quello che era arrivato dell’Italia, dalla Sicilia e un po’ additato. Oggi io sono semplicemente orgoglioso di essere siciliano e per questo continuo a portare persone in Sicilia, per fargli fare un indimenticabile viaggio “wow!”
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