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Le perle nascoste della valle d'Agrò in Sicilia: qui c'è una delle campane più grandi d'Italia

È un monumento dedicato ai dispersi in guerra, benedetto da Papa Giovanni Paolo II e collocato a Pizzo Monaco, un posto panoramico a 750 metri d'altitudine

  • 23 dicembre 2022

La campana dei dispersi sui Peloritani

Il comprensorio dei Peloritani, di cui più volte ci siamo occupati, è un territorio denso di piccoli siti naturalistici e storici, sparsi tra le fiumare che dalla catena montuosa si protendono verso le due coste, quella tirrenica e quella ionica.

La sensazione è che questo angolo di Sicilia meriti più attenzione sia da parte dei molti siciliani che ancora conoscono poco la loro terra che degli amministratori, spesso distratti o poco attenti a queste piccole realtà.

La valle d’Agrò è una delle fiumare più grandi che troviamo nel versante ionico della catena peloritana. I comuni più noti, Savoca e Forza d’Agrò, occupano una posizione privilegiata sulle colline soprastanti la costa tra il capoluogo e Taormina. Sono due tra i borghi più belli della provincia e godono ormai di una notevole visibilità.

Addentrandosi all’interno della fiumara si possono scoprire delle vere e proprie perle nascoste. Basti pensare alla chiesa basiliana dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, quello che rimane di un antico monastero fortificato posto all’imbocco della valle, o alle profonde gole dell’Aranciara, che nascondono una cascata alta circa 25 metri, raggiungibili dopo un percorso non semplice che richiede il supporto di guide esperte.
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L’ultimo borgo della Valle d’Agrò è il piccolo comune di Antillo, meno di mille anime che vivono circondate da colline dove uliveti, noccioleti e castagneti si alternano ad aree più brulle e desolate.

Al frutto più ricercato d’autunno ogni anno a fine ottobre si dedica una sagra che dura un intero weekend e richiama visitatori dai dintorni per la ricchezza e varietà dei prodotti tipici locali: castagne, nocciole, funghi, formaggi, insaccati e l’immancabile cuzzola, una varietà di pagnotta schiacciata che viene farcita e servita calda.

Antillo è anche una delle porte di accesso alla Dorsale dei Peloritani. Uscendo dal paese in direzione dell’area attrezzata “Castagna” si può raggiungere facilmente il crinale e godere della vista sulla costa tirrenica. Molte di queste strade, in parte trazzere e in parte asfaltate sono antiche mulattiere che collegavano i due versanti della provincia messinese.

Oggi sono molto frequentate dai residenti della zona ma non mancano escursionisti a piedi e in mountain bike. Con una lunga ma piacevole scarpinata si può raggiungere Montagna Grande, la cima più alta dei Peloritani, da cui è impareggiabile lo spettacolo offerto dall’Etna, separata solo dalla valle dell’Alcantara.

Dal centro del paese si può raggiungere il Pizzo Monaco sulla cui cima è posta la Campana dei Dispersi, dedicata alle vittime di tutte le guerre di cui si sono perse le tracce. Il sito che accoglie il visitatore è una piazzola circolare in cima a un promontorio che, grazie alla sua posizione isolata, permette di spaziare con la vista a 360°.

Si ammira buona parte della Dorsale, con il Pizzo Vernà e Monte Poverello e, dalla parte opposta, Montagna Grande. A est si apprezza tutta la Valle d’Agrò fino alla costa. La strada è in buone condizioni e si può fare con i mezzi o a piedi, dal paese sono circa sei chilometri.

Di tanto in tanto si fermano per una sosta centauri che abbandonano le rotte turistiche costiere, ciclisti alla ricerca di nuove salite e tornanti da sfidare con la forza delle sole gambe, escursionisti che a piedi percorrono le strade di collegamento tra la valle d’Agrò e quella dell’Alcantara.

È un pezzo di Sicilia davvero autentico e ospitale quello che ci accoglie in queste contrade. Lo si intuisce dalla cordialità con cui le persone sono liete di dare informazioni a chi non è sicuro di essere sulla strada giusta per raggiungere la meta. Non sono rari i viandanti che chiedono informazioni perché la segnaletica, anche se presente, non è capillare lungo tutto il percorso.

Se chiedete qualche notizia sulla Campana, orgogliosamente vi rispondono che è stata benedetta da Papa Giovanni Paolo II in persona prima di essere trasferita ad Antillo e infine collocata sul Pizzo Monaco a 750 metri di altitudine.

Si tratta di una campana a slancio con struttura in ferro che suona in sol ed ha dimensioni da guinness dei primati, pesa cinque tonnellate e la sua circonferenza alla base è di circa sei metri. È una delle campane più grandi d’Italia e seconda in Sicilia solo a quella del Cristo Re della vicina Messina, che pesa più del doppio.

Sulla superficie è rappresentato in bassorilievo, su disegno del pittore messinese Piero Serboli, un uomo crocifisso a testa in giù circondato da ordigni di morte. L’idea di erigere un monumento funebre a tutte quelle persone mai tornate a casa a causa della guerra, finite magari in fosse comuni, o dilaniate da violente esplosioni, è nata da un gruppo di amici che si sono costituiti in un comitato spontaneo, ed è stata finanziata in parte con donazioni, soprattutto tra gli emigrati; venne realizzata nel 1992 nella Fonderia Marinelli di Agnone, nelle Marche, la più antica d’Italia specializzata nella realizzazione di campane.

Per l’inaugurazione bisognerà aspettare il 21 settembre 2007, Giornata Internazionale della Pace, una data non casuale. Da quel giorno i suoi rintocchi risuonano in tutta la valle d’Agrò a ricordarci, se ce ne fosse bisogno, che tutte le guerre sono combattute da esseri umani, che lasciano dietro di sé una interminabile scia di lutti, molti dei quali senza che i familiari possano avere indietro nemmeno le spoglie dei loro cari.

Davanti ad una natura così intensa, in un silenzio di pace come quello che si percepisce a Pizzo Monaco, diventa ancora più atroce l’idea della guerra come mezzo per risolvere le controversie tra i popoli.
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