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Arancina o arancino? La sfida tra due rosticcerie per il genere della sfera dorata

Il dilemma che ha scomodato persino l’Accademia della Crusca quest’anno si risolve con una sfida di cucina a Noto tra due rosticcerie, una catanese e una palermitana

  • 13 dicembre 2017

Vignetta di Streaty.com

Arancina o Arancino? Con la celebrazione di Santa Lucia, il 13 dicembre, torna anche il dibattito sul genere della specialità della cucina siciliana.

Ci si interroga da sempre su quale sia il genere di appartenenza della deliziosa pietanza sicula protagonista di questo giorno e a contribuire alla "guerra" le rivendicazioni di Palermo, per cui l'arancina è femmina, e Catania per cui l'arancino è maschio.

Ma, il dilemma che ha scomodato persino l’Accademia della Crusca quest’anno si potrebbe risolvere con una sfida in cucina.

A Noto infatti, i proprietari di due rosticcerie che per caso si trovano l’una di fronte all’altra, si apprestano a scontrarsi in una tacita sfida all’ultima arancina, o arancino.

Se una segue la ricetta palermitana, l’altra resta fedele a quella catanese: i due rosticceri sono infatti uno di Palermo e l'altro di Catania.

Quale sfera dorata sceglieranno di mangiare gli abitanti di Noto? Si vedranno costretti a scegliere, anche inconsapevolmente, tra l’una o l’altro. I due rosticcieri si chiamano Piero e Andrea e, con lo stesso frivolo entusiasmo che si respira per un derby calcistico, si contenderanno il primato.
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D’altronde il riconoscimento che più si desidera non viene da dotti accademici ma dai palati soddisfatti di chi assaggia.

Il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia in tutta la Sicilia, nonostante la festa sia più apparentemente più sentita a Palermo. Nel capoluogo la tradizione nasce dalla credenza che la Santa liberò Palermo dalla carestia nel Seicento, ma oggi la patrona è Santa Rosalia.

Santa Lucia è invece la patrona di Siracusa, città di cui Noto è in provincia.

Posta simbolicamente al centro tra Palermo e Catania, è anche al centro del dibattito di genere. Altrettanto simbolicamente potrebbe diventare un luogo in cui si accetta il compromesso.

Che ognuno la chiami come meglio crede, ciò che importa, alla fine, è il sapore.
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