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Aromataria, maioliche da vita quotidiana

  • 14 novembre 2005

Maioliche dal XVI al XVIII secolo, carte antiche e mobili originali, ricondotti allo specifico contesto delle botteghe d’aromateria di Palermo rinascimentale e barocca, è quanto propone la ricca mostra “Aromataria – maioliche da farmacia e d’uso privato”, organizzata dalla Galleria Regionale della Sicilia con reperti provenienti dai depositi del museo e visitabile fino all’8 gennaio a Palazzo Abatellis, in via Alloro 4 a Palermo (dal martedì al venerdì ore 9/13 e 14,30/19, sabato e domenica solo mattina; ingresso: intero 6 euro, ridotto 3 euro, gratuito under 18 e over 65). Il particolare “taglio” dato alla mostra favorisce una comprensione più profonda di materiali visti solitamente più come prodotti artistici che come oggetti d’artigianato dotati di concreta funzionalità, preziosi documenti di attività desuete e in tal senso testimonianze indirette di usi, pratiche ed esigenze di un passato lontano. Viaggiamo a ritroso nel tempo e ritroviamoci in un ambiente mutato, dove queste ceramiche, illustri antenate di tanti pezzi che adornano le case odierne, hanno una funzione, “partecipano” alla vita quotidiana con ruolo attivo, sono in definitiva artistici contenitori di qualcosa che in un dato tempo ne richiedeva l’esistenza nonché specifiche caratteristiche. Spezie, farmaci e quanto altro poteva essere reperito in una bottega d’aromateria, erano la materia prima su cui si organizzava un sapere antico, teso fra sperimentalismo e antica tradizione; una tradizione dai canali talvolta tortuosi, spesso dalle lunghe distanze, e un sapere d’alto prestigio, cui faceva eco la preziosità delle decorazioni e talvolta le stesse figurazioni delle maioliche. L’allestimento della mostra è accurato.

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Dà il benvenuto al visitatore un variopinto vaso cilindrico del ‘500, proveniente da Faenza, uno dei maggiori centri di produzione ceramica in Italia nel XVI secolo. Segue, nel percorso, la ricostruzione di una bottega di speziale, organizzata con mobili originali dai depositi della Galleria sul modello di due aromaterie palermitane del ‘500-‘600, su cui hanno illuminato le carte di Giovanni Alojsio Garillo e Nicolò Gervasi, al tempo attivi con bottega rispettivamente alla Vucciria e nella piazza di Ballarò. Nello stesso vano sono esposte anche antiche pubblicazioni a stampa della biblioteca del museo e alcune tabelle didascaliche relative alle forme e tecniche di lavorazione della maiolica e alle decorazioni e colori tipici delle varietà regionali. Un secondo grande ambiente accoglie le ceramiche, prevalentemente produzioni siciliane. Grandi bacheche accolgono le maioliche raggruppate secondo il luogo di produzione, da Palermo a Sciacca, a Trapani, a Collesano, a Burgio ed a Caltagirone, molto ben rappresentata all’esposizione da numerose ceramiche di bottega ma anche da manufatti d’uso privato, come acquasantiere, lucerne o fiaschi dalle forme insolite. Una sezione è infine dedicata alle ceramiche recuperate nella cinquecentesca spezieria, cioè l’antica farmacia dell’infermeria, di San Martino delle Scale. La presenza di alcuni esemplari importati da altri centri italiani consente al visitatore la possibilità di un confronto stilistico con le produzioni nostrane, fra loro già abbastanza differenziate nella predominanza di particolari cromie su altre, nella prevalenza di taluni motivi decorativi, nella presenza o meno di figurazioni antropomorfe, spesso sacre, nella linearità o maggiore articolazione delle forme.

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