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"Belluscone una storia siciliana": Maresco racconta

Un cinema satirico quello che caratterizza da sempre il mondo di Franco Maresco. Adesso ritorna sul grande schermo con "Belluscone una storia siciliana"

  • 5 febbraio 2012

Un personaggio eclettico. Il suo cinema dalle influenze un po' ciniche lascia sempre spazio ad una spiccata satira dai tratti caratteristici, quella che ha contrassegnato nel tempo la regia di Franco Maresco. Un'esperienza trentennale che comincia in piena guerra di mafia al Cineclub Brancaccio. Poi la nota coppia fissa con Daniele Ciprì nella rinomata serie di sketch di "Cinico TV". Oggi, un progetto che come un ponte collega la Sicilia e l'appena concluso governo Berlusconi. O viceversa. Un film in fase di ultimazione, in uscita nel mese di aprile, a metà tra fiction e inchiesta: "Belluscone, una storia siciliana".

...Maresco, prima torniamo a soffermarci sugli esordi...
Molti anni fa, il Cineclub Brancaccio nacque per l'appunto nell'omonima zona di Palermo, in via Brancaccio per l'esattezza. Era un cinema che prese vita dalle ceneri di un vecchio cinema già esistente; un'esperienza che durò circa tre anni. Eravamo tutti giovanissimi, poco più che ventenni e di sinistra. C'èra anche Paolo Greco che era un po' più grande di noi e costituì, era la fine degli anni '70, addirittura la prima sezione del PC a Brancaccio. Quindi si può immaginare il clima di allora...un cineclub che nasce in piena guerra di mafia. Un'esperienza pura, a volte terribile e da un certo punto di vista anche un po' surreale.

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Per lo svolgimento del suo lavoro la Sicilia è stata terra sinonimo di difficoltà per lei?
Devo dire che negli anni in cui io ero giovane, Palermo e la Sicilia in generale erano molto diversi da come sono oggi. Eravamo sempre una grande città del Sud, ma c'era un clima diverso sul piano politico, sociale, culturale. C'erano costanti e numerose battaglie che forse si potevano riscontrare un po' anche altrove, ma qui noi ventenni avevamo una particolare voglia di riscatto, motivata anche e soprattutto da forti ideali. Addirittura da pensare che il cineclub equivaleva a fare una battaglia, in un quartiere ad alta densità mafiosa, e speravamo di dare un grande contributo, convinti del fatto che il nostro operato servisse a qualcosa e non solo sul piano sociale ma anche politico. Bisogna poi pensare che non c'èra internet, ne i video registratori (che stavano per arrivare)...Quindi eravamo convinti che ciò che stavamo facendo avesse realmente un senso.

Il soggetto del nuovo film ha origine prima della caduta del governo Berlusconi?
Il film nasce ben prima! Addirittura nella primavera del 2011. Una volta nata l'idea ci siamo messi subito a lavoro. Berlusconi poi ha dato le dimissioni nel mese di novembre. Abbiamo lavorato talvolta un po' a rilento, perché il film si basa su sottoscrizioni, il che rende la realizzazione più complicata.
Il film prodotto con sottoscrizioni libere che chiede un aiuto finanziario per essere ultimato, come sta andando questa raccolta fondi?
Devo dire che noi abbiamo presentato nel sito il problema e pian piano sta cominciando a decollare, ci sono numerose adesioni che sinceramente non mi aspettavo. Poi oltretutto pensavo che l'argomento fosse ritenuto anche troppo trattato, temevo una sorta di rigetto nei confronti del tema Berlusconi; e invece sta avendo successo. Certo è una battaglia tutta ancora da svolgere: con questo film ci stiamo esponendo tanto.
A che punto sono le riprese, sono state ultimate?
Le riprese sono quasi concluse, mancano effettivamente alcune cose. Ma ci tengo a sottolineare che questa scelta della sottoscrizione è dovuta al fatto che si puntava alla realizzazione di un film assolutamente libero, solo che quando abbiamo cominciato sono pervenute poche adesioni e risposte.
L'uscita del film dipende da una questione finanziaria?
Quando noi abbiamo cominciato, pensavamo di trovare molti più attori. Ma invece a farsela sotto e tirarsi indietro sono stati in tanti, più di quanto io mi aspettassi. A parole sono tutti bravi ma poi nei fatti si constata la realtà. Il cinema italiano credo sia meno coraggioso rispetto a quello che vuol far credere, quindi se volevamo fare ciò che avevamo in programma non ci rimaneva che arrangiarci con i nostri mezzi, e da qui è nata l'idea della sottoscrizione. Adesso stiamo provando a contattare il direttore di Rai 3, abbiamo chiesto se interessava un film su Berlusconi sulla crisi è ci è stato detto di sì. Adesso staremo a vedere, comunque io rimango sempre scettico.
Avete comunque fissato una data per l'uscita del film?
Abbiamo già pensato di chiudere il film entro il mese di aprile. Entro aprile quindi si spera possa uscire e speriamo naturalmente di andare in sala, perché il film è stato pensato certo per una programmazione televisiva ma anche e soprattutto per la sala cinematografica. Poi pensiamo anche di farlo partecipare a qualche Festival in modo da lanciarlo ulteriormente.
Nel suo film ci sono diverse testimonianze e interventi da magistrati a politici, giornalisti, collaboratori di giustizia...
Spesso mi viene detto: ma su Berlusconi non sappiamo già tutto? Questo è un film che racconta una storia che inizia negli anni '70 e finisce oggi. In un solo colpo d'occhio, un'intensa storia. Ma attenzione, io non faccio inchieste alla Santoro perché semplicemente non lo so fare, non è il mio mestiere! Mi prefiggo lo scopo di raccontare di Berlusconi, ma anche e soprattutto un'Italia vista da un prospettiva privilegiata: la Sicilia che diventa la chiave di lettura di questo paese. Il risultato è un film fanta/horror, quasi di fantascienza, perché c'è un'ultracorpo che ci ha infettati tutti. Berlusconi, ma anche la sinistra, certi intellettuali della nostra città, che sono rimasti inermi. Non mettiamo sotto accusa solo ed esclusivamente Berlusconi o le sue convivenze con la mafia, ma ciò che siamo diventati: la visione del mondo, il modo di intendere la politica, il gusto degli italiani. All'inizio del film sto pensando di inserire una battuta di Flaiano, lui che gli italiani li conosceva benissimo: L'italiano crede che l'inferno sia un posto dove le donne sono nude e dove ci si mette d'accordo con il diavolo. Berlusconi non cade dall'alto o lo ha portato per caso Babbo Natale ma è il riflesso esatto della nostra Italia, e nessuno come lui nella storia della politica italiana è stato uguale, noi siamo i suoi esatti cloni. Quindi ciò che c'è, o che ci sarà dopo, non è altro che un mondo di clonati di questo ultracorto che si chiama Silvio Berlusconi.
E di questo nuovo governo tecnico di Monti, cosa ne pensa?
Secondo la mia personale impressione che non è certo quella di un politico, nè di un tecnico ma quella di un normale cittadino, credo che comunque resti un vuoto nella politica, perché sostanzialmente in questo paese la politica resta la stessa . Poi è da tenere presente che questo disgraziato di Monti si trova in un paese un po' disastrato. Mussolini diceva che governare gli italiani è inutile sostanzialmente; io credo che il vero problema è che Berlusconi non sia andato via. Sta lì e con lui resta un mondo, e anche gli italiani restano uguali; con il tempo sono convinto che si svilupperà sempre più una nostalgia per Berlusconi. Perché se ci pensiamo in fondo lui è quello che ci ha rappresentato meglio: la figa, il pallone, la televisione. Una questione antropologica. Credo che tra non molto si sentirà parlare di lui come di un martire.
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