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Bevi con Costanza: Gin Tonic fantastici e dove trovarli (in giro per la Sicilia)

A inventare il gin fu nel 1650 il medico Franciscus de la Boe (per gli amici dr Sylvius), ad avercelo oggi un medico che prescrive gin tonic come se piovesse!

  • 20 giugno 2017

Il carattere deciso e quel sapore amarognolo che lo fa sembrare “quasi un medicinale” lo hanno reso famoso in tutto il mondo. E anche se non si direbbe, il gin tonic nasce come fedele alleato nella cura delle malattie.

Proprio così: il nostro caro vecchio amico è “figlio di medici”, entrambi gli ingredienti che ne stanno alla base infatti sono stati creati per lenire dolori e fare da antibiotico.

Mentre la maggior parte dei cocktails è accompagnato da una storia torbida, la vita del gin tonic è molto ben documentata e ci porta niente meno che ai tempi della dominazione britannica in India.

Siamo agli inizi del Settecento, tempi amari (in tutti i sensi) per il diffondersi della malaria, malattia che non perdonava e che poteva essere curata solo con erbe medicinali. (Ad avercene oggi medici che prescrivono gin tonic come se piovesse!)

A inventare il gin, o più precisamente “jenever” (ginepro in olandese) fu nel 1650 il medico Franciscus de la Boe (per gli amici dr Sylvius): pioniere della medicina e disperato, perché non riusciva a convincere i suoi pazienti prendere le bacche di ginepro, benefiche per la circolazione.
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Dopo i più disparati intrugli gli venne in mente di sospendere il ginepro e altre erbe aromatiche in un distillato chiaro, confidando nell’appetibilità che la componente alcolica avrebbe esercitato sui suoi pazienti. E così fu!

Siamo In tempi di guerra, e come buon costume tra gli alleati, Olanda e Inghilterra si scambiarono usanze e abitudini: fu proprio in quell‘occasione che il popolo della Regina conobbe il jenever! Gli inglesi furono letteralmente stregati da quella limpida e misteriosa bevanda tanto da definirla "coraggio olandese" e presto ne iniziarono a produrre una versione tutta “british”.

Abbreviato diventò “gen” e poi per comodità semplicemente “gin”, mantenendo il nome nella storia che tanto l’ ha reso famoso. Ne vennero fuori tre diversi stili: l'old tom, una versione edulcorata (più da signorine) e due "Dry", secco, il London Dry e il Plymouth.

Peccato che ben presto gli effetti terapeutici di quella "pozione" tanto benefica vennero trascurati in favore dei suoi effetti più deleteri… gettando l'Inghilterra nell’alcolismo più nero, vabbè.

Almeno il merito dell'invenzione del Gin Tonic spetta sicuramente agli inglesi, che nel 1736 scoprirono le proprietà terapeutiche del chinino peruviano: questo alcaloide infatti, era l'unico rimedio nella cura della malaria e ingrediente base dell’odierna acqua tonica.

Fu proprio "l’acqua al chinino", sviluppata da George Cleghorn, chirurgo del 22esimo reggimento dell'Esercito Reale, a salvare la vita a numerosi soldati britannici in continente indiano.

Ma il sapore di quell’orribile chinino era così amaro che si stentava a mandarlo giù. Così ai poveri soldati fu concesso di accompagnare l’acqua terapeutica al distillato che più li rappresentava, il gin!. Quella fu la prima volta che il gin guardò negli occhi la tonica e fu amore a prima vista.

Fu però il chimico tedesco Johann Jacob Schweppe un paio di anni dopo a dare la svolta decisiva alla storia producendo nel suo negozietto di Bristol soda a scopo medico: unì all’antimalarica acqua al chinino del dolcificante e dell'anidride carbonica.

Simbolo di stile ed eleganza, è il drink preferito dalla Regina Madre e dietro la sua apparente semplicità nulla è lasciato al caso. Vive oggi in numerose varianti.

Nella sua consumazione viene arricchito dalle tradizionali bacche di ginepro adagiate sul ghiaccio, allo zenzero e cetriolo fresco, dal pepe rosa ai semi di cardamomo passando per rosmarino, petali di rosa e basilico, dall’anice stellato alle stecche di liquirizia e via dicendo si potrebbe continuare per pagine.

Come si prepara il gin tonic: non esiste una vera e propria regola e le dosi variano in base al gusto dei consumatori. Tuttavia per un buon gin tonic occorrono circa una parte di gin e tre di tonica.

La preparazione avviene direttamente nel bicchiere, un classico e ampio tumbler oggi sostituito dal balloon (sicuramente più alla moda), colmo di ghiaccio e per finire le spezie e le erbe aromatiche a piacere.

Dove berlo in Sicilia: da Hic la folie du vin dove la selezione di gin è vivacemente accostata a spezie ed erbe aromatiche. Alle Botteghe Colletti, dove è possibile bere una versione “smoked” di gin tonic affumicato in campana di vetro.

Al Lord Green con spezie di vario genere accompagnano i molteplici tipi di gin disponibili, da Vino Veritas dove la vasta scelta di gin ed erbe aromatiche sono alloggiate in ampi ballon colmi di ghiaccio o all'Enoteca Buonivini con diverse opzioni di gin e di toniche abilmente miscelate.

In estate c'è il Kalandria per un gin tonic vista mare al profumo di zagara o ancora da Monique (a Favignana) con una gin list declinata sulle note dei sapori dell’isola.
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