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Come Pazzaglia sconsacrò il giallo

  • 20 novembre 2006

Riccardo Pazzaglia è morto il 4 ottobre del 2006, in silenziosa ed elegante discrezione, così come aveva vissuto e lavorato. Uno stile questo che lo aveva reso indimenticabile protagonista di momenti epici della storia televisiva italiana, uno per tutti il notissimo "Quelli della notte", dell’amico Renzo Arbore. In questa trasmissione è magistralmente esemplificato il suo geniale senso del nonsense, molti lo ricorderanno nella sua missione di “alzare il livello della trasmissione” pur tra quella banda volutamente scalcinata di matti che Arbore era riuscito a mettere insieme. L’amico autore lo ricorda come un «uomo di idee, mai banale, che cercava sempre il diverso, antesignano di un umorismo leggero, raffinato e pulito».

Con la pubblicazione de "Il cadavere in bicicletta e altri divertenti racconti" (Flaccovio Dario Editore, 267 pagg., 13,50 euro), la casa editrice palermitana doveva acquisire una grande e prestigiosa collaborazione, e invece questo divertentissimo e raffinato libro è uscito postumo. Due gli obbiettivi chiari in questi racconti: il primo quello di sconsacrare il genere giallo, Pazzaglia ne stravolge le convenzioni narrative coi suoi personaggi incarnazione dell’assurdo, gli indizi strampalati più di quanto si possa immaginare, il colpevole che non cade mai in trappola, fino al palesarsi dell’autore che manifesta il timore di essere ucciso dai lettori esasperati da tanta dissacrazione; inoltre - elemento geniale del libro - lo stesso humor inglese viene “sfottuto” con la più abile e sottile vena comica partenopea.

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Immaginate dunque l’autore che col suo stile discreto ed elegante prende in giro la tradizione britannica assumendone il tono e mimetizzandosi in essa. I sei racconti, ambientati a Londra, vedono protagonisti sempre ispettori di Scotland Yard, con personaggi dagli improbabili nomi di scrittori, di scienziati, di illustri figure del passato. Così Agatha Christie, Charles Dickens, Edgar Fallace, Emily Brontë, si trovano a investigare su una serie di delitti demenziali e divertenti. Persino i leggendari poliziotti di Scotland Yard diventano pasticcioni, smarriti, increduli e travolti dagli eventi (omicidi, affondamenti di navi, cadaveri che vagano in bicicletta) che si trovano a fronteggiare.

Nell'ambito di un genere come il noir questo "prendersi non troppo sul serio", conduce il lettore in intrecci vertiginosi da cui è impossibile uscire e che non portano mai ad una conclusione né tanto meno alla rivelazione finale di ciò che si cela dietro l'alone di mistero, questo humour a cui il grande scrittore ci aveva abituato e che ne costituiva una caratteristica unica e distintiva dell'uomo e del personaggio, rendono particolarmente esilarante e dissacratorio il libro, che in più occasioni fa sorridere il lettore, che si appassiona alla ricerca della prossima simpatica trovata. Le illustrazioni di Jacovitti rendono ancora più speciale il volume: i colori, le forme, gli improbabili oggetti che escono dalle nuvolette che racchiudono.

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