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Due città siciliane tra le più inquinate d'Italia: "Mal'aria" ci dice come sta l'Isola

Riscontrati livelli preoccupanti di biossido di azoto, disponendo corrispettivamente una media annuale di 33 microgrammi di NO2 per metro cubo di aria

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 22 febbraio 2024

foto Pixbay

Negli ultimi giorni in Italia si è fatto un gran parlare dell’inquinamento atmosferico che sta colpendo la Pianura Padana, ma come mostra bene l’associazione Legambiente all’interno del suo report Mal’aria, anche quest’anno la Sicilia segue la Lombardia nella lista delle regioni più inquinate del paese, soprattutto quando si vanno ad osservare i dati delle due città più importanti dell’isola, ovvero Catania e Palermo.

Le ragioni per cui questo fenomeno si ripete anno dopo anno sono molte e non sono collegate limitatamente all’emissioni prodotte dai trasporti privati.

Altri fattori portano infatti la Sicilia a subire l’inquinamento atmosferico, seppur bisogna dichiarare che è possibile osservare dei lievi miglioramenti, che consentono ai climatologi siciliani di avere ancora un minimo di speranza.

Sfogliando il report, è possibile vedere una fotografia quasi estemporanea delle condizioni di salute dell’isola, studiando adeguatamente alcune mappe che presentano i vari livelli di concentrazione degl’inquinanti principali.
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Il biossido di azoto (NO2) è l’unico inquinante in calo in tutta Italia negli ultimi 5 anni, ma Palermo e Catania presentano ancora livelli troppo preoccupanti di questo gas, disponendo corrispettivamente una media annuale di 33 microgrammi di NO2 per metro cubo di aria (µg/mc).

Per quanto riguarda invece il particolato atmosferico le due città sono andate leggermente meglio rispetto gli scorsi anni, uscendo di poco dalla lista delle top 8 città che presentavano i livelli più alti di PM 10.

Durante l’estate scorsa, tuttavia, i livelli d’inquinati e dei gas serra provocati dagli incendi hanno raggiunto livelli spaventosi, tanto da spingere il sindaco di Palermo di vietare per alcuni giorni la vendita di ortofrutta all’aperto in alcuni quartieri del capoluogo, a seguito della deposizione delle polveri.

Secondo questi dati, Palermo e Catania dovranno ridurre le concentrazioni di NO2 di oltre il 40% nei prossimi anni, per non incorrere nel pericolo di ricevere delle salatissime multe tramite delle procedure di infrazione, da parte dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda le altre città siciliane, solo Agrigento ed Enna anche quest’anno sono rientrate tra i parametri del NO2 che tutelano la salute umana, relative alle indicazioni dell’OMS (10 µg/mc). L’anno scorso il loro valore era di 8 µg/mc per Agrigento, mentre per Enna era di 4 µg/mc.

«La salute dei cittadini è a rischio - ha dichiarato Legambiente in una sua comunicazione stampa, ricordando che nel nostro paese - ci sono 47.000 decessi all’anno dovuti a causa del Pm2.5 e agli inquinanti. Una ragione per cui Governo, Regioni e Comuni devono accelerare» per rendere le città più sicure per i nostri polmoni.

Le proposte dell’associazione ambientalista per contrastare l'inquinamento nelle città siciliane sono diverse e prevedono tra l’altro il potenziamento del trasporto pubblico e il passaggio dalle Ztl alle Zone a zero emissioni.

Anche la sharing mobility e la realizzazione di nuove piste ciclabili potrebbero inoltre ridurre le emissioni di gas serra, permettendo anche alle città di ridisegnare gli spazi pubblici, di scoprire nuovi spazi e di rendere in generale i quartieri storici più a misura d'uomo.

«Purtroppo non c’è da stare tranquilli per la nostra salute – ha dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia –. In questi anni, poco o nulla è stato fatto per eliminare le cause delle emissioni degli inquinanti atmosferici e migliorare la qualità dell’aria.

Quasi tutti i capoluoghi siciliani sarebbero oggi in violazione dei limiti più stringenti previsti dalla direttiva europea al 2030, e ancora di più rispetto ai valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità».
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