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Di Giacomo e Sparagna, canzone popolare

  • 5 maggio 2006

È l’ultimo appuntamento di "AreAcustica", la mini-rassegna d’autore che ha visto come protagonisti, in questi mesi, autentici colossi della musica d’autore made in Italy del calibro di Mauro Pagani, Peppe Servillo e Flaco Biondini, giusto per citarne alcuni. Adesso tocca a Francesco Di Giacomo ed Ambrogio Sparagna, in concerto giovedì 11 maggio al CCP Agricantus di Palermo in via Nicolò Garzilli 89 (biglietto posto unico 13 euro, ridotto 10 euro per possessori Carta IdeaNet, Diamond Card e soci Cral). L’inizio del concerto è previsto per le 21.30.

Un passato glorioso e parallelo unisce i due protagonisti della serata: da un lato i fasti progressive dell’orco barbuto con la voce d’angelo, il leader dello storico Banco del Mutuo Soccorso, dall’altro il lavoro entomusicologico e di ricerca "contadina" di Ambrogio Sparagna. Due generi contrapposti che hanno già trovato, nel nome del palco, un filo conduttore neanche tanto difficile da immaginare: la tradizione etnofolk a servizio del virtuosismo esecutivo. Il risultato è evidentemente d’impatto, coinvolgente, e di grande presa emotiva. Un connubio di influenze artistiche che hanno già reso protagonisti i due artisti nel 2004, quando lo stesso Sparagna fu Maestro Concertatore della "Notte della Taranta", uno spettacolo di musiche tradizionali salentine eseguite da un sontuoso ensemble di sessanta elementi che hanno accompagnato Francesco Di Giacomo e altre star della musica pop nostrana: Gianna Nannini, Franco Battiato e Giovanni Lindo Ferretti.
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Con il leader dei CCCP, CSI e PGR Ambrogio Sparagna ha composto, nel 2003, un oratorio sacro, "Litania", presentato in diretta radiofonica dalla Cappella Paolina del Quirinale, creando un’altra mescolanza di forte presa emotiva, dove Lindo Ferretti, guida carismatica del punk da militanza si riscopre devoto e mistico, dando vita ad un lavoro struggente ed impegnativo, con declamazioni intrise di solennità punk (un connubio che solo a certi geni privilegiati poteva riuscire). E Sparagna è anch’egli, certamente, uno di quei geni, privilegiati e baciati in fronte dalla dea bendata dell’ispirazione musicale. Il suo fedele organetto e il suo piglio da artista del popolo lo ha portato a calcare i palcoscenici più disparati, trovandosi in coppia anche con Francesco De Gregori, un altro esponente "d’autore" sempre attento ai patrimoni folkloristici della nostra penisola.

Viene dunque naturale - alla luce di queste continue e squisite contaminazioni artistiche - immaginare cosa possa uscire da un "duo delle meraviglie" del calibro di Ambrogio Sparagna e Francesco Di Giacomo. Su quest’ultimo, basta spendere poche parole a cornice di una carriera da pioniere di genere. Con il suo Banco del Mutuo Soccorso ha scritto importanti pagine di letteratura musicale, diventando portavoce del progressive rock italiano, tanto apprezzato e discograficamente temuto in tutto il mondo. La sua stazza imponente, la sua barba folta: inquietanti segni di riconoscimento a supporto di una voce tra le più dolci e curate che la musica italiana abbia mai avuto. Con il "Banco" dei fratelli Nocenzi, scrive il primo concept album del "prog" italiano, "Darwin", un must di genere, seguito da "Io sono nato libero", dove, ancora una volta, l’eleganza dei testi firmati Di Giacomo diventa straordinario affresco sonoro. E’ una continua ascesa che lascerà il segno, soprattutto, all’interno di quella straordinario decennio e che non troverà spazio nei punk-new wave anni ottanta. Resta la consolazione che certi geni, per fortuna, continuano ad esprimersi, autoprovocandosi e mettendosi in gioco in quella che è la forma più alta della composizione musicale: quella che nasce dall’ispirazione, dal gioco, dalla forma sonora che si ottiene da anni di studi, di ricerche, di passioni. Qualità, queste, che accomunano Sparagna, Di Giacomo e i fautori della buona musica tutta.

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