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Duilio Cambellotti, lo “spirito” del dramma classico

  • 26 aprile 2005

Nell’aprile del 1914 la rappresentazione dell’Agamennone di Eschilo al teatro greco di Siracusa inaugura una nuova “stagione di vita” per l’antico monumento: l’evento segna infatti l’avvio di una vera tradizione, quella appunto dei Cicli di Spettacoli Classici, che ancora oggi è manifestazione di grande richiamo turistico per il capoluogo siciliano. Sebbene all’epoca non abbia ancora visitato Siracusa, Duilio Cambellotti (1876-1960) è l’ideatore della scenografia adottata. Un bozzetto di scena è pertanto il punto di partenza dell’intensa attività svolta dell’artista romano per il teatro classico siracusano nell’arco di oltre un trentennio, decenni di passione e impegno, arte e innovazione, documentati dalla ricca mostra “Artista di Dioniso. Duilio Cambellotti e il Teatro greco di Siracusa (1914-1948)”, in corso fino al 25 settembre alla Galleria degli Specchi del Teatro Politeama Garibaldi di Palermo (dal lunedì al sabato h. 9/13 e 16/20, domenica e festivi h. 9/13), ideata e organizzata da Monica Centanni con materiali provenienti dagli Archivi della Fondazione Inda di Siracusa e dall’Archivio Cambellotti di Roma.

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Attraverso manifesti, bozzetti, plastici, disegni, costumi, fotografie e lettere, il percorso artistico di Cambellotti scenografo e costumista per il teatro siracusano, dall’ideazione della scena per l’Agamennone del 1914 ai lavori per l’Orestea del ‘48, si svela nella sua evoluzione grazie ad un allestimento ricco di notazioni storiche e stralci di scritti dello stesso artista, e alla presenza di materiale inedito relativo al progetto di un Prometeo Incatenato mai andato in scena. Tappa dopo tappa, si chiarisce subito l’approfondimento teorico, con conseguenti variazioni stilistiche, portato avanti da Cambellotti nel corso degli anni. Per l’artista la scena non deve essere una fedele “riproduzione” di un ambiente antico, ma avvicinarsi all’antica architettura scenica, attraverso un’opportuna composizione dei vari elementi in gioco. Se le prime scenografie risentono ancora di una certa “maniera archeologica”, a partire dal ’22, anno in cui Cambellotti visitò per la prima volta il teatro di Siracusa, l’artista va approfondendo quella che egli stesso definisce “maniera architettonica”.

Lo stile di Cambellotti si alleggerisce e le sue scenografie si presentano progressivamente più astratte e sempre più evocatrici dello “spirito” del teatro classico, rinunciando perfino, a partire dal ’30, alla resa della materia “antica” attraverso gesso e cartapesta, e raggiungendo particolare essenzialità a partire dal ‘33. Geniali, poi, le soluzioni a problemi di ordine tecnico, come la necessità di adattare un’unica struttura scenica di base a due o più tragedie, con relative ambientazioni, in programma per uno stesso Ciclo. Anche come costumista e illustratore dei manifesti, l’autore persegue obiettivi specifici: i costumi sono infatti ideati dall’artista in relazione al “tutto” della rappresentazione, con una certa attenzione all’elemento cromatico, e devono suggerire anche l’interiorità, “l’indole” del personaggio; nei cartelloni, infine, Cambellotti mira a condensare in pochi soggetti o elementi grafici i contenuti delle opere, e soprattutto ad introdurre lo spettatore ai “toni” del dramma.

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