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Giovanardi, la "Voce" dell'indie italiano

  • 27 dicembre 2005

La musica italiana deve moltissimo alla, chiamiamola così, “vecchia scuola indie”: una manciata di gruppi che, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ha sdoganato le più disparate sonorità underground, mischiandole a volte con gli elementi migliori della tradizione nostrana, e avvicinandoci così una volta tanto ai modelli anglosassoni che sempre hanno affascinato l’Italia. Quelle band, quei musicisti, che dopo la scuola prog degli anni Settanta, il punk e la new wave degli Ottanta, hanno contribuito a gettare seriamente una luce internazionale sulla scena italiana, rispondono a nomi oggi conosciuti anche al grande pubblico: Afterhours, Marlene Kuntz, 99 Posse i più noti, oltre a tutto il nuovo cantautorato. Mauro Ermanno Giovanardi, coi Carnival of Fools prima e coi La Crus poi, rientra a pieno titolo nel novero degli artisti che più hanno contribuito a questa rinascita del rock italiano. Il cantante milanese si esibirà ai Candelai di Palermo giovedì 29 dicembre per la tappa conclusiva di Indiexplosion nella seconda delle “Rumore Night”, organizzate in collaborazione con la rivista musicale. Per l’occasione, Giovanardi si cimenterà in una performance dal vivo, in cui canterà alcune canzoni famose dei La Crus, e in un dj set, accompagnato da Paolo Mei, dj, organizzatore di eventi, critico musicale e cantante dei siracusani Matildamay.

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Da quasi venticinque anni agitatore della scena milanese, folgorato dal punk durante l'adolescenza, all’inizio degli anni Ottanta Giovanardi passa attraverso una serie di gruppi e collaborazioni in un fermento culturale vivissimo che però lascia pochi (o nulli) reperti discografici. Nasce come bassista, ma la sua voce da crooner ed esigenze di line-up lo portano ben presto davanti al microfono. Quasi contemporaneamente, nel 1988, prendono vita due esperienze tanto significative quanto intrecciate tra loro: da un lato, la nascita della storica etichetta indipendente Vox Pop, fondata tra gli altri con Manuel Agnelli (Casino Royale, Africa Unite, Mau Mau e - ovviamente - Afterhours sono solo alcune delle produzioni della label). Dall’altra, la formazione dei Carnival of Fools e il loro esordio con l’album “Blues Get Off My Shoulder”. In un panorama nel quale già si muovono con profitto alcuni giovani che diventeranno ben presto i protagonisti dell’indie italiano, l’esperienza dei Carnival of Fools giunge a termine nel 1994. Subito Joe, come viene soprannominato dal suo cognome, sempre accompagnato dai sodali Alex Cremonesi e Cesare Malfatti, passa al progetto successivo, i La Crus.

Gruppo tra i più peculiari venuti alla luce nello scorso decennio, “La croce” (questa la traduzione dal dialetto milanese) è un mix di canzone d’autore, rock ed elettronica. Amatissimi dalla critica e dai premi d’élite come il “Tenco” e il “Ciampi” (quasi un tacito passaggio di consegne tra i grandi cantautori scomparsi e le giovani leve), il trio intraprende una marcia trionfale fatta di canzoni di pop purissimo, in cui però l’attitudine punk e bohéme del decennio passato cova tra le ceneri, e di collaborazioni importanti, come il bellissimo il duetto con Carmen Consoli in “Anche tu come me”, contenuto in “Dietro la curva del cuore”. Punto di svolta per il gruppo è l’album “Crocevia”, del 2001, in cui viene pagato il tributo alla tradizione della musica d’autore italiana con raffinate riletture di classici, da De André a CCCP, a Gaber, Conte, Tenco, Fossati, Sorrenti, Patty Pravo e Afterhours. Da lì in poi, la strada intrapresa è proseguita con due lavori, “Ogni cosa che vedo” e il nuovo “Infinite possibilità”, che segnano un approdo a una scrittura sempre più matura. L'ingresso allo spettacolo, previsto alle 22, sarà di 5 euro e sarà preceduto dall'opening act di Barbarella col suo dj set venato di sonorità Sixties.

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