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Il Festival di Morgana: è tempo di bilanci

Dopo avere allietato le nostre serate con l'antica opera dei pupi, classico esempio di tradizione sicula, l'evento è giunto al suo "lieto fine"

  • 9 dicembre 2009

Si è appena conclusa la XXXIV edizione del Festival di Morgana, l'evento volto all'attualizzazione e al rilancio della tradizionale opera dei Pupi. Presentatosi al pubblico in una modalità leggermente diversa quest'anno il festival, ha visto in scena le più importanti compagnie di pupari di Sicilia, oltre che ensemble musicali e attori provenienti da ogni parte dell'isola, invitati a produrre spettacoli unici nel loro genere, aventi come unico filo conduttore "L'Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto. Nel corso di 18 giornate, dal 19 novembre al 6 dicembre, si sono alternati sul palcoscenico del teatro internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo (via Butera 1), compagnie di opera di Pupi provenienti da Catania, Messina, Palermo e Trapani, nonchè attori autoctoni come Vincenzo Pirrotta, Davide Enia, Filippo Luna, e Alberto Nicolini, e ancora musicisti di diversa estrazione (dai tradizionali cantastorie, alle musiche barocche dell'ensemble Antonio Il Verso, e alle improvvisazioni di Curva Minore).

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Bilancio? Più di 5000 persone per 20 giorni di festival, una mostra,un convegno internazionale, 9 spettacoli di opera dei pupi, 7 compagnie di pupari, 3 concerti, 6 reading, 4 narrazioni di cuntu, e 3 spettacoli di Ombre: «Grazie a questo festival - dichiara in proposito Rosario Perricone, direttore del Festival e neo-direttoredel museo - si è rilanciata l'Opera de Pupi, ma non solo. Tutto ciò ha fatto da volano a quelle attività che le compagnie di pupari di tutta la Sicilia, svolgono durante un intero anno. Finalmente il palcoscenico è stato condiviso, le realtà hanno ritrovato gli interlocutori, e tutto ciò è quel meraviglioso filo rosso, che dagli anni '60, Antonio e Janne Pasqualino hanno teso fino a noi oggi. Questo è il concretizzarsidel significativo riconoscimento avuto nel 2001 dall'Unesco (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization) e del lavoro e dell'attenta ricerca svolta dagli antropologi Pasqualino».

Tema centrale quest'anno "L'Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto: tutti gli spettacoli andati in scena, hanno seguito come filo conduttore l'opera cavalleresca, ma con una differenza sostanziale rispetto alla trama originale, poichè le gesta di Orlando sono state riadattate ai giorni nostri, attualizzandole. «La narrativa cavalleresca - continua Rosario Perricone - ha costituito per le classi popolari siciliane un nucleo immaginario disponibile al gioco delle rielaborazioni fantastiche e contrastanti. La funzione e l’efficacia dei suoi simboli, personaggi, avvenimenti e oggetti si spingeva molto al di là della semplice rappresentazione teatrale e diventava molto spesso modello di vita. Raccordo ideale tra la narrativa “colta” e quella “popolare” è la Storia dei paladini di Francia di Giusto Lodico (1858-1860 nds) collezione di exempla e prodotto di ibridazione fra questi due livelli, che ha permesso la trasmissione orale delle storie cavalleresche. E proprio su questo punto di contatto tra “colto” e popolare” si è incentrato il Festival di Morgana».

Il gran finale havisto in scena "All'Ombra di Orlando", spettacolo di ombre realizzato dalla compagnia di Cecilia Di Vita, e "Duello e amore di Bradamante e Ruggero. "Morte di Rodomonte", messa a punto dalla compagnia Teatro Arte Cuticchio, dell'arci noto puparo siciliano Girolamo (detto Mimmo) Cuticchio. Fra le due rappresentazioni una conferenza sulle gesta di Rodomonte, tenuta da Paolo Fabbri, uno dei più importanti semiotici di Italia. Questi e tanti altri, i nomi di personaggi che sono intervenuti durante il Festival, ad allietare le serate di un pubblico che ha saputo apprezzare i lavori, chiari esempi di tradizioni sicule, che questa manifestazione costantemente cerca di divulgare e consolidare. Ulteriori informazioni informazioni sulla manifestazione è possibile visitare il sito www.festivaldimorgana.com.

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