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"L’Istruttoria", teatro civile in onore di Giuseppe Fava

  • 5 giugno 2006

A distanza di ventidue anni, torniamo a parlare di uno dei tanti delitti che hanno sporcato la Sicilia. Il 5 gennaio 1984 veniva ucciso Giuseppe Fava, uno di quei giornalisti e scrittori che hanno dedicato la loro vita e professionalità alla lotta contro la mafia. Un lungo processo, svoltosi a Catania, luogo dello stesso delitto, ha decretato le condanne all’ergastolo (confermate dalla Corte d'appello di Catania nel 2001) del boss Nitto Santapaola e di Aldo Ercolano, giudicati come i mandanti dell'omicidio. Dagli atti di questo processo - duecentotrentaquattro udienze, duecentosessanta testi ascoltati, seimila pagine di verbali - prende vita oggi un testo teatrale, scritto da Claudio Fava, il figlio del giornalista ucciso, anch’egli giornalista e attualmente europarlamentare eletto tra i Democratici di Sinistra.

La regia di Ninni Bruschetta ha poi permesso la trasformazione del testo in uno spettacolo, dal titolo “L’Istruttoria” - atti del processo in morte di Giuseppe Fava - che sarà rappresentato il 9 giugno alle 17.30 nell’Aula Bunker del Carcere dell’Ucciardone (anteprima ad inviti) di Palermo, prodotto da Nutrimenti Terrestri in collaborazione con Teatro Stabile di Catania e Teatro Garibaldi di Palermo - Unione dei Teatri d'Europa. Gli atti del processo, qui ricostruiti e drammatizzati in forma teatrale, conservano estrema fedeltà alla verità delle cose che in quel dibattimento furono dette e ovviamente di quelle che furono taciute. “L’Istruttoria” si pone dunque come un magistrale esempio di teatro civile, quella forma di teatro che nasce dalla voglia e dal bisogno di scuotere il pubblico facendogli conoscere le ferite del nostro tempo e che si pone gli obiettivi di raccontare il mondo, portare sul palcoscenico frammenti di storia collettiva e far riflettere su interrogativi attuali.

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Saranno in scena gli attori Claudio Gioè e Donatella Finocchiaro. Le musiche, composte ed eseguite dal vivo, avranno come protagonisti i Dounia, un gruppo composto da Faisal Taher, voce, Giovanni Arena al contrabbasso, Vincenzo Gangi alla chitarra e Riccardo Gerbino alle percussioni. I costumi sono di Metella Roboni, le scene di Mariella Bellantone, le luci di Renzo Di Chio. Riportiamo di seguito le note scritte dal regista Ninni Bruschetta: «Dopo aver letto questo testo mi sono chiesto a cosa serva un processo per omicidio. Là dove il peggio è fatto si continua a celebrare il male, aggiungendo al dolore l’oscenità: il racconto dell’omicida, la difesa immorale dei colpevoli, le fazioni di innocentisti e colpevolisti, che fanno riecheggiare, come in un effetto domino, la tragedia già consumata, ma non ancora finita».

E prosegue: «Questo processo è stato, come raramente accade, un processo che si è concluso con la condanna dei veri colpevoli, degli esecutori e dei mandanti. Ma a leggerne e a sentirne gli atti ne viene fuori una società al limite del grottesco. Latitanti che girano scortati dalle forze dell’ordine, giornalisti che negano l’esistenza della mafia a Catania (in quegl’anni!), boss che uccidono personaggi scomodi per far “piacere” a qualcuno o per dare “un segnale” di amicizia ad un’altra cosca… Cose che se non fossero tragiche sembrerebbero frutto di un’ilare fantasia. Un tempo la celebrazione del processo era un momento di ritualità civile, così come è diventato adesso il teatro. Io credo che il teatro abbia questa funzione e questo privilegio, quello di parlare alla gente attraverso una ritualità, non più sacra, ma quantomeno civile». Lo spettacolo si replicherà quindi in ottobre a Palermo al Teatro Garibaldi. Per prenotare gli inviti per il 9 giugno e per ogni altra informazione tel. 091.6114255 oppure 339.4095953.

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