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La “filosofia da club” di Alessio Bertallot

  • 14 marzo 2005

Quasi inevitabile augurarsi la presenza di Alessio Bertallot all’interno di “Club Philosphy”, rassegna musicale che viaggia sui binari della “Club Culture”. E, con precisione cronografia, ai Candelai di Palermo (via Candelai 65) sabato 19 marzo (ore 23, ingresso 12/8 euro) arriva il suo dj-set. Bertallot sarà accompagnato dall’ormai inseparabile dj Fiore, talento novarese dello scratch nonché dj resident ai Magazzini generali di Milano e grande interprete anch’egli della new way sonora che ha definitivamente conquistato l’intero stivale.

Arrivato alla ribalta nel 1992 con gli storici Aeroplanitaliani, Alessio Bertallot indispettì la platea festivaliera dell’Ariston con i famosi 30 secondi di silenzio assoluto di johncageiana memoria, all’interno di quel brano che da lì a poco sarebbe diventato il manifesto assoluto del cambiamento (in positivo) della musica italiana. Proprio dall’interpretazione di “Zitti, zitti”, infatti, la musica italiana si riscopre più colorata, fantasiosa e provocatoria, lasciando i grandi incassi della melodia italica decisamente spiazzati. Un cambiamento radicale che innesta all’interno della cultura musicale “nostrana” nuovi meccanismi ritmici e melodici importati dall’America ma anche dall’Inghilterra dei grandi fermenti sonori (quelli di Bristol, ad esempio). Un passo avanti, indubbiamente. Di lì a poco Lorenzo Jovanotti diverrà il portavoce naturale della “musica colorata”, mentre qualche anno più tardi un giovane Daniele Silvestri riporterà sul palco dell’Ariston quella stessa impertinente provocazione degli Aeroplanitaliani, esibendosi con cartelloni e voce “megafonata” che fa da sfondo a un brano politico e “fastidioso”.
Gli anni novanta, che tanto devono ai “tre aeroplani”, fatalmente non gli danno ragione. Ricky Rinaldi e Roberto Vernetti opteranno per lo “scouting”, approvando,collaborando e producendo tutto il meglio che la musica italiana ha offerto e continua ad offrire tutt’ora (tra gli altri Elisa, Elio e le Storie tese, PFM e quel progettino niente male chiamato Casino Royale).

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Bertallot decide di passare (o meglio tornare) dall’altra parte della barricata, raccontando attraverso i microfoni radiofonici un universo musicale che non conosce charts e consensi immediati. Il programma “B-side”, diventa in poco tempo il punto di riferimento assoluto del dub, del trip-hop, della musica elettronica e in generale il vero “deux-ex-machina” di una “subculture” musicale votata alle metropoli, al caos urbano ed a scenari notturni e introspettivi. Il lavoro di dj-ing, allo stesso tempo, lo porta a focalizzare l’attenzione proprio sulle ritmiche metropolitane. I dj-set vertono con grande preparazione all’interno di scenari drum’n’bass, 2 step e breakbeat, preparati e mixati con una precisione a dir poco maniacale. Imperdibile tanto quanto il gradito ritorno alle scene discografiche degli Aeroplanitaliani, che con la splendida cover di "Canzone d'amore" (già dei Le Orme) e il nuovo album “Sei felice?”, tornano a decollare in radio e in hit parade. Per Bertallot un momento d'oro. E c'è poco da star zitti.

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