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“La principessa Maleine”: tra musica e ombre

  • 23 maggio 2005

Sarà in scena ai Candelai (in via Candelai 65 a Palermo) il 24 e il 25 maggio alle 21,30 il dramma di argomento fiabesco “La principessa Maleine” (La princesse Maleine, 1889), opera teatrale di Maurice Maeterlinck, drammaturgo, poeta e saggista belga vissuto a cavallo fra ottocento e novecento. La regia è di Giulio Giallombardo, musiche originali ed elaborazioni elettroniche di Angelo Davì. Gli interpreti sono: Leonardo Campanella nel ruolo del re Hialmar, Marina Martines nel ruolo della regina Anna, Marco Iurato e Federica Scianna nei ruoli di principe e principessa, la nutrice sarà Loredana Siragusa ed infine Ilaria Intravaia, Anna Ricciardi e Vittoria Pirrone saranno rispettivamente la prima, la seconda e la terza beghina. I personaggi di Maeterlinck sono sempre sul punto di scomparire: non sono presenze della nostra realtà ma, in effetti, nemmeno dell’altra, sono sempre in bilico, sul punto di trascorrere, in un inquietante “limbo” in cui tutto si mostra indistinto e diafano. Maleine, invece, è già scomparsa e di lei è rimasta solo una voce, un suono, non perché il suo corpo è altrove, ma semplicemente perché non c’è più, si è dissolto nell’aria che respiriamo e ci avvolge invisibile da ogni parte, ricordando ad ogni sospiro quello che era prima, simbolo delle nostre percezioni attuali che, a tratti, sprofondano nel punto sconosciuto da cui quella voce proviene. Gli altri personaggi non sono ancora scomparsi come Maleine, ma sono sul punto di farlo, entrano ed escono dal “limbo” in un’oscillante perdita di sé e della loro corporeità.

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Ma cosa succederebbe se, stanchi del loro vagabondaggio senza tregua, questi fantasmi decidessero di scavalcare l’altra metà per ritornare nel nostro mondo di apparenze logiche e rassicuranti, gridandoci nelle orecchie che loro esistono, e trascinandoci proprio in quel luogo dal quale ogni giorno fuggiamo? Cosa saremmo costretti a vedere, noi spettatori di un tempo senza memoria, quale delitto si consumerebbe sotto i nostri occhi distratti e indifferenti? Sarà sufficiente che il re Hjalmar e la regina Anna commettano il loro delitto su ciò che rimane di Maleine? Oppure che le beghine si affannino a celebrare riti per evocare chissà quale mistero, tessendo la trama di tutto ciò che è sempre sul punto di scomparire? E cos’è che muove Uliana o il principe Hjalmar alla ricerca di un’assenza, di una voce, di ciò che ormai appartiene all’altra metà? Ciò che resta di tutto questo passare è affidato alla musica, come origine e limite di ogni esistenza, le voci stesse dei personaggi di Maeterlinck sono musica, vibrazioni lontane che si fanno vicine, che riemergono dall’abisso a ricordarci ciò che potremmo essere e non siamo, risvegliando la nostra memoria assopita. Non è un caso, infatti, che il teatro trovi le sue origini nella forza dionisiaca della musica, come immediata e irrazionale epifania dei sensi più oscuri ed autentici. Ed è proprio attraverso la musica che le ombre senza tempo dei drammi di Maeterlinck possono apparire, evocate dagli stessi misteriosi accenti da cui hanno avuto origine.
Il biglietto d’ingresso costa 5 euro (intero), 3 euro (ridotto per i soci dei Candelai). Infoline 091.327151 - 333.7002942.

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