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MusicAlea: Tolo Marton, l’italico “guitar hero”

  • 14 novembre 2005

Ennesimo ospite illustre per MusicAlea, rassegna dell’omonima associazione palermitana: sabato 19 novembre, sarà il turno del "più intelligente e dotato chitarrista rock che l’Italia abbia mai avuto" (come non ha esitato a definirlo Paolo Vites su "Jam" nel dicembre 1999): Tolo Marton. Il chitarrista trevigiano alle ore 21.30 presso "I Candelai" di Palermo (via Candelai 75, ingresso 10 euro con riduzione a 7 euro per studenti, soci Alea e Candelai) sarà accompagnato da Alessandro Marinoni al basso e Andrea De Marchi alla batteria.

Per quanti non lo sapessero Tolo Marton vanta una carriera trentennale nell’ambito della musica anglo-americana, prima come chitarrista ne "Le Orme", poi come solista; anche per lui vale il discorso fatto per tanti altri bravi musicisti italiani della scena "non commerciale": snobbati in patria mentre all’estero ricevono i giusti attestati di stima. Il "classic rock" di Tolo ha avuto ottime recensioni in USA e nel ’98 ha vinto a Seattle il "Jimi Hendrix Guitar Competition" dove è stato premiato dal padre del grande Jimi! Il suo talento è stato richiesto da Jack Bruce e Ginger Baker (due dei leggendari componenti dei Cream di Eric Clapton) e tra le tantissime collaborazioni vale la pena citare quella più prestigiosa con Ian Paice, batterista dei Deep Purple, che ha suonato in due brani del doppio cd live "Dal Vero" (Azzurra Music, 2002), nel quale è presente anche la sua particolarissima versione di "All along the watchtower" che è stata scelta per essere inclusa in una raccolta di brani di Bob Dylan eseguiti da artisti internazionali, uscita nel 2003 e curata dalla BMG: questo a dimostrazione di quanta considerazione il nostro nutra al di là degli italici confini. Fra i chitarristi che più lo hanno influenzato Nils Lofgren, Rory Gallagher, Jimi Hendrix, B.B. King, Charlie Christian, Eric Gale, Santana, J.J.Cale, e più in generale la musica di Paul Simon, Joni Mitchell, Doors, Jimmy Smith, Jerry Lee Lewis, Miles Davis, Henry Mancini, Cream e Ennio Morricone.

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Chitarrista geniale ed eclettico, Tolo sa passare con naturalezza dal rock al blues al country passando per la psichedelia e l’hard rock; è un virtuoso della chitarra, capace di trasmettere tutto ciò che ha dentro senza gesti, senza mosse, senza mimica da palcoscenico, ma esclusivamente con i suoni che escono dalle sei corde. Lo stile e il repertorio di Tolo Marton si basano su brani originali, tra le quali è impossibile non citare il bellissimo pezzo strumentale "Alpine valley", nel quale sfoggia tutta la sua abilità. La rivista "Chitarre", nel pubblicare lo spartito di questa canzone, descrive molto bene lo stile di Marton quando dice: "In questa parte del brano, i suoni che Tolo Marton riesce a produrre con la sua chitarra non sono trascrivibili in note...". Temi e sonorità riprendono quel filo interrotto dalle case discografiche all’inizio degli anni Settanta, che porta al suono che cambiò la faccia alla musica rock. In questa ottica non può mancare la reinterpretazione di alcune cover, tutte ben realizzate e che dimostrano il grande amore di Tolo per i maestri della musica che più ama. Di recente uscita è il suo nuovo album "stra LIVE" (giugno 2005), sempre dal vivo, perché quella è la sua dimensione più congeniale, dove esprime al meglio le sue qualità. Tolo, infatti, non ha mai amato ripetersi: ogni volta per lui è una continua e affascinante ricerca; mai un concerto uguale all’altro, come se fosse sempre la prima volta. La sua chitarra è poco prevedibile ed è difficile sapere che cosa può riservare, probabilmente è un invito a chiudere gli occhi per vedere con le orecchie.

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