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Muti sul podio per il FAI

  • 24 settembre 2006

È di scena la grande musica romantica: con il patrocinio della Regione Siciliana , l’assessorato ai Beni Culturali, Ambientali, alla Pubblica Istruzione, la Provincia di Palermo e Comune di Monreale, venerdì 29 settembre alle ore 20.45 al Duomo di Monreale (Palermo), il maestro Riccardo Muti dirigerà l’Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" in un concerto a favore del Fondo per l’Ambiente Italiano, che prevedrà l’esecuzione del "Notturno per orchestra opera 70 numero1" di Giuseppe Martucci, il "Concerto in La minore per violoncello e orchestra opera 129" di Robert Schumann e la "Sinfonia numero 6 in Si minore opera 74, ‘Patetica’" di Petr Il’Ic Cajkovskij.

Scritto in un sereno periodo di villeggiatura, sopra la collina di San Vittore, il "Notturno per orchestra opera 70 numero1" si contraddistingue per un atmosfera serafica e ispirata dal più intenso lirismo martucciano. L’opera, in sol maggiore, trova le sue radici nella sua versione pianistica, che accentua la voce più intima dello strumento e che nella veste concertata pone l’accento sul fascino dei timbri orchestrali.
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Forti contrasti, ampiezza di disegno e libertà rapsodica (proprio dello stile schumanniano) descrivono il "Concerto in la minore per violoncello e orchestra opera 129", opera scritta nel 1850, periodo musicale in cui il repertorio per tale strumento si era largamente impoverito. Un tratto distintivo del tardo stile concertistico di Schumann è l’abbondanza di collegamenti tematici fra un movimento e l’altro, che qui, in questa composizione per violoncello, si adeguano alle peculiarità dello strumento solista, sfruttandone ad esempio l’ambito cantabile all’interno del primo tema.

«Chiamala "Patetica"!» suggerì Modja Cajkovskij al fratello Petr, che cercava un epiteto per caratterizzare l’opera, all’indomani della prima esecuzione pubblica della "Sesta Sinfonia", che fu accolta dalla platea tiepidamente: infatti la celebre composizione del compositore russo dapprima portava sul frontespizio il titolo "Sinfonia a programma", opera sulla quale lavorò lungamente, fra ripensamenti e titubanze, immerso in forti insicurezze come di un leone che non ha più il coraggio di ruggire. Unico confidente, il nipote Bob, a quanto si deduce dalla fitta corrispondenza, dalla quale si sono ricavate preziose informazioni circa la genesi della Sinfonia: il pezzo è «[…] saturo di esperienze personali, tanto che spesso, mentre componevo mentalmente, durante il viaggio, ho pianto molto».

Struggente, appassionata con un’orchestrazione dal ritmo serrato che ora si abbandona a lievissimi slanci melodici, ora svetta in prorompenti climax sonori, delinea così una lotta musicale all’interno della composizione, specchio dei propri travagli interiori. Nove giorni dopo la prima, Cajkovskij morì di colera e come molti altri artisti, che vedono riconosciuta postuma la loro grandezza, la "Patetica" fu accolta con ampio consenso del pubblico dopo il suo decesso, in un’atmosfera commovente e trepidante.

Riccardo Muti, dopo gli studi universitari presso la facoltà di Filosofia, si diploma in pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e poi in composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano. Nel 1967 gli viene assegnato all’unanimità il primo posto al Concorso "Cantelli" di Milano, mentre l’anno seguente ottiene la carica, che manterrà fino al 1980, di Direttore Principale del "Maggio Musicale Fiorentino". Gli anni settanta sono contrassegnati da larghi consensi e gratificazioni: nel 1971 il maestro è invitato sul podio del Festival di Salisburgo da Herbert von Karajan e dal ’72 al ’82 dirige la "Philharmonic Orchestra" di Londra, succedendo a Otto Klemperer.

Quattro anni dopo, fino al 2005, diviene Direttore Musicale del Teatro alla Scala, dirigendo nel contempo le più importanti orchestre del mondo: i "Berliner Philharmoniker", i "Wiener Philharmoniker", la "Bayerischen Rundfunk", l’"Orchestre National de France" e la "New York Philharmonic". Muti ha ricevuto innumerevoli onorificenze fra cui l’"Anello d’oro" donato dai "Wiener", la "Verdienstkreuz" della Repubblica Federale Tedesca, la "Legion d’onore" in Francia e la "Grande medaglia d’oro" della Città di Milano, è "Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana" e "Cavaliere dell’Impero Britannico".

Nel 2004 ha fondato l’Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini", composta da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, organico con il quale nel 2007 porterà avanti un progetto triennale mirato alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio musicale del Settecento napoletano. L’Orchestra porta il nome di uno dei più grandi compositori italiani, musicista che ha operato in tutta Europa e che si fa simbolo delle intenzioni dell’organico strumentale: proporre musiche del repertorio operistico (presentando al pubblico anche generi meno frequentati) e di quello sinfonico, di autori italiani e europei.

Il costo dei biglietti è variabile: per la navata centrale, il 1° settore costa 205 euro (per gli aderenti FAI 180 euro), il 2° settore 165 euro (aderenti FAI 140 euro) e il 3° settore, 135 euro (aderenti FAI 110 euro), mentre per la navata laterale, il 1° settore ammonta alla cifra di 115 euro (aderenti FAI 90 euro), il 2° settore 95 euro (aderenti FAI 70 euro), 3° settore 85 euro (aderenti FAI 60 euro). Chi acquista un biglietto intero, per assistere al concerto, avrà compresa nel prezzo l’adesione alla Fondazione: un modo per consolidare l’unione tra chi assiste e fruisce degli eventi del FAI e la missione dell Fondazione, mirata alla salvaguardia del patrimonio artistico e ambientale italiano.
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