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Portella della Ginestra, tempi di dolore e di memoria

  • 7 novembre 2005

Dal poema di Beatrice Monroy la rievocazione di un momento tragico della storia siciliana, la strage di Portella della Ginestra del primo maggio del 1947, nello spettacolo che il regista palermitano Gigi Borruso ne ha tratto, “Portella della Ginestra – Indice dei nomi proibiti”, andato in scena in prima nazionale il 5 e 6 novembre alle 21 a Palermo al Nuovo Montevergini per il Palermo Teatro Festival, l’ultima rassegna teatrale nata in città. Sulla scena gli attori Maria Cucinotti, Antonio Silvia, Matilde Politi, oltre allo stesso regista, riaprono un’antica ferita che appartiene alla storia siciliana, facendo rivivere la strage di Portella della Ginestra. Evocando l’evento come un’antica nenia di dolore, i commedianti si affiancano a pupi ai quali danno voce, con i quali danzano e si muovono sulla scena impersonando quegli uomini, quelle donne, quei bambini vittime dell’orrore. Attori e pupi si trasformano sotto gli occhi degli spettatori in quel popolo contadino che ha vissuto la tragedia, diventando metafora di quella dignità a cui la Sicilia ancora oggi aspira, di un profondo desiderio di riscatto. A scandire i tempi dello spettacolo, tempi di dolore e di memoria, le immagini fotografiche di Letizia Battaglia, immagini dove protagonisti indiscussi sono gli sguardi dei bambini cui con la violenza, è stata tolta quella luce di speranza che fa credere nel futuro, nella giustizia. Le fotografie diventano un ponte immaginario che i bambini di ieri attraversano per incontrarsi con i bambini di oggi in modo da condividere le stesse speranze, le stesse aspettative ma non, ci auguriamo, il medesimo futuro. Il montaggio video è di Daniele Randazzo, le scene e i costumi di Elisabetta Giacone. Uno spettacolo di dolore e di impegno sociale, messo in scena dalla Compagnie dell’Elica che ha prodotto lo spettacolo insieme con lo stesso Palermo Teatro Festival.

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